I polpi sono animali meravigliosi e dotati di un'intelligenza sopraffina. Sono maestri di mimetismo, sono in grado di usare strumenti e di svolgere compiti complessi, e hanno persino inventato, ben prima di noi, il concetto di "armatura": molte specie usano conchiglie e pezzi di corallo per proteggersi, per nascondersi o per trovare riparo dai predatori. Il problema è che conchiglie e pezzi di corallo sono sempre più rari, a causa del prelievo forzato da parte nostra: al loro posto, i fondali si stanno riempiendo di plastica, vetro e altra spazzatura.
Uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin investiga proprio questo fenomeno, e dimostra come sempre più spesso i polpi siano costretti a utilizzare i nostri rifiuti come riparo, con tutti i problemi che ne conseguono.
Niente conchiglie? Nessun problema. Lo studio ha riguardato 24 diverse specie di polpo, e soprattutto un'attenta revisione di quasi 300 tra fotografie e riprese subacquee con protagonisti i cefalopodi. Recuperati da varie fonti (dai social media, da università e da istituzioni di ricerca), questi materiali hanno dimostrato in maniera inequivocabile un trend preoccupante: di fronte alla carenza di rifugi naturali, i polpi si sono adattati ai rifiuti umani e li usano regolarmente.
Ci sono immagini di tutti i tipi: polpi che vivono in bottiglia, altri che hanno costruito la loro casa in una lattina, altri ancora che vivono nella plastica. Da un lato è la dimostrazione della grande adattabilità di questi animali, che hanno imparato a sostituire i loro rifugi tradizionali con questi nuovi oggetti che piovono dall'alto da più di un secolo (la moderna plastica è stata perfezionata solo nella seconda metà dell'800). Dall'altro è un problema, su tanti livelli.
Bottiglie, lattine e batterie. Innanzi tutto, non tutti i rifiuti sono uguali. Alcuni potrebbero portare i polpi a entrare in contatto con sostanze tossiche o con metalli pesanti che possono avere un impatto negativo sulla loro salute; una delle immagini analizzate, per esempio, è quella di un polpo aggrappato a una batteria per auto usata e arrugginita. Altri rappresentano un rischio di altro tipo: il polpo pigmeo del Brasile trova in quel mare una grande abbondanza di lattine di birra vuote da occupare - le lattine sono gettate in mare dai turisti e vengono poi raccolte dai servizi che si occupano di ripulire le acque dai rifiuti, e che in questo modo portano a riva anche i polpi.
Lo studio ha anche dimostrato che negli ultimi anni c'è stata un'esplosione di questo fenomeno, con la maggior parte dei video girati tra il 2018 e il 2021: una crescita che, ottimisticamente, potrebbe essere solo dovuta al fatto che le riprese subacquee sono sempre più facili ed economiche da fare, ma che più probabilmente è indice di un peggioramento generalizzato del problema dell'inquinamento marino.