Come riescono a gestire contemporaneamente le migliaia di informazioni provenienti dai riflessi? Secondo alcuni ricercatori utilizzerebbero la statistica.
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Una delle 4 femmine di Phyllostomus discolor che hanno partecipato all'esperimento. Foto: © Lutz Wiegrebe/PNAS |
I pipistrelli, come noto, hanno un curioso e originale senso della vista. Invece di vedere la luce, i pipistrelli emettono segnali e ascoltano l'eco che rimbalza dagli oggetti intorno a loro. Tale sistema ha sempre affascinato gli studiosi che finora, però, non erano mai riusciti a capire come i pipistrelli riescano a gestire l'eco provenienti da oggetti complessi come gli alberi che possiedono migliaia di superfici riflettenti. Insomma, “vedere” un muro è abbastanza semplice, ma distinguere un albero da un altro, o un ramo da una scopa che si avvicina minacciosa, è un'altra cosa.
Lutz Wiegrebe e i suoi ricercatori dell'Università Ludwig Maximilians di Monaco di Baviera, in Germania, hanno provato a risolvere il mistero e sono giunti alla conclusione che i pipistrelli usano la statistica per distinguere gli oggetti complessi che trovano attorno.
Inganni sonori. I ricercatori hanno addestrato una particolare specie di pipistrelli, la Phyllostomus discolor, a rispondere agli echi di alcuni oggetti fantasma e a suoni generati da altoparlanti. In particolare hanno studiato la loro capacità di riconoscere l'eco generata da oltre 4000 riflessioni diverse. I pipistrelli rispondevano in modo diverso a seconda dell'apparente "ruvidità" dell'oggetto fantasma, riuscendo a distinguere per esempio fra un albero da frutta e un pino. Quest'ultimo, con le sue migliaia di foglie aghiformi ciascuna delle quali capace di produrre un debole eco, avrà certamente una “ruvidità” e un segnale di ritorno diverso da quello di un albero da frutta, con foglie più grandi. Una vista del genere è molto utile per il Phyllostomus discolor che si nutre di frutta, nettare e insetti.
Riconoscendo la “ruvidità” del segnale, i pipistrelli sono in grado di distinguere gli oggetti senza bisogno di memorizzarne il segnale di ritorno. Anche perché un albero visto da punti diversi o mosso dal vento può avere un'eco di ritorno molto diversa. Usando la statistica, invece, possono soppesare l'eco caotiche, fare una media delle fluttuazioni e avere sempre un'immagine “acustica” costante dell'ambiente circostante.
(Notizia aggiornata al 2 aprile 2004)