I pinguini saltarocce si immergono per pescare, ma uno di loro non sembra interessato al bottino: piuttosto, osserva insistentemente i movimenti dei compagni, affrettandosi per non rimanere indietro. Uno sguardo più attento ne rivela l'identità: non è un pennuto ma una PenguinCam, una telecamera nascosta celata dietro alle sembianze di un uccello che si muove sul ghiaccio e nell'acqua, camuffandosi perfettamente all'interno della colonia.
Travestimenti ad hoc. Espedienti registici come questo sono sempre più numerosi. Con le moderne videocamere HD, sempre più piccole e resistenti, e più facilmente mimetizzabili, lo "zoo" degli animali robot progettati per spiare quelli reali si fa sempre più affollato.
Gli ingegneri della BBC, il canale radiotelevisivo britannico che firma alcuni dei documentari più belli del mondo, si sono specializzati in questa curiosa forma di "mimetismo".
Tra etologia e spettacolo. Nella sua carriera il regista ha ideato, e sfruttato le riprese realizzate da robot cameramen a forma di iceberg e palle di neve, per filmare gli orsi polari; con le sembianze di rocce, per immortalare le tigri; simili a tonni, calamari, e tartarughe marine, per studiare i delfini; oltre alle spycam camuffate da uovo (come quelle che hanno girato questo video) o, appunto, da pinguini.
Lo scopo di questo lavoro è più nobile di una semplice "paparazzata" naturalistica: si tratta di osservare il mondo animale da una prospettiva nuova, familiare, incredibilmente vicina, e documentare comportamenti finora sconosciuti.
Mai visti prima. Per nulla intimoriti e - anzi - incuriositi dagli intrusi arrivati nel branco, gli animali si comportano con naturalezza: Downer è riuscito così a riprendere, per la prima volta, i giochi acquatici di due giovani tigri; e i trattamenti estetici dei delfini, che sfruttano le rocce per levigarsi la pelle, o che - pur avendo moltissimo cibo a disposizione - inseguono le razze per essere condotti davanti agli snack più gustosi.
Oltre ogni limite. Proprio i delfini, spiega Downer, si sono rivelati i soggetti più ostici: se è vero che le altre spycam hanno dovuto resistere, per esempio, alle basse temperature (le Snowball Cam, telecamere "palla di neve" inviate alle Svalbard hanno sopportato anche i -30 °C) le sfide tecnologiche imposte dai cetacei sono risultate più ardue. Servivano piccole telecamere capaci di resistere anche a due chilometri di profondità, con le relative condizioni di pressione, e allo stesso tempo di seguire i delfini nelle loro velocissime corse subacquee, così come fuori dall'acqua.
Il tutto, senza farsi notare.
Un acquario di "guardoni". Downer ha affrontato il problema utilizzando 14 diverse tipologie di telecamere mascherate da altrettante creature marine.
La Tunacam, una spycam a forma di tonno, capace di "schizzare" sott'acqua alla velocità di 24 km orari, è riuscita a infiltrarsi in alcuni banchi formati da migliaia di esemplari, nuotando alla loro velocità e facendosi seguire dai cetacei; la piccola Squidcam, a forma di calamaro e più facilmente scambiabile per una preda, ha regalato splendidi primi piani; la Nautiluscam, o Spy Nautilus, forse la più strana tra le spycam, ha seguito i cetacei con movimenti più lenti, suscitando la loro curiosità, e la Dolphincam si è mimetizzata, in tutto e per tutto, all'interno del gruppo di suoi "simili".
Mentre le Turtlecam, speciali tartarughe marine robot (nel video qui sotto), hanno seguito i movimenti dei cetacei dall'alto, con la testa sommersa o fuori dall'acqua. Le riprese, girate in gran parte al largo del Mozambico, sono andate in onda sul canale inglese nella serie Dolphins - Spy In The Pod (il testo continua sotto al filmato).
Una storia in divenire. Il trucco, spiega il regista, è riuscire a farsi accettare dalle specie "sorvegliate" ed essere pronti a cambiare i propri piani in corsa, in base alle reazioni degli animali (i veri registi dei documentari). Guardate, per esempio, l'adorabile accoglienza riservata da una colonia di pinguini imperatori a una PenguinCam, in Antartide: