Animali

Il pinguino imperatore si estinguerà entro la fine del secolo?

Cambiamenti climatici: all'attuale ritmo di scioglimento dei ghiacci il pinguino imperatore sarà estinto o quasi entro la fine del secolo.

Il pinguino imperatore - l'Aptenodytes forsteri - è un animale incredibile, in grado di sopravvivere in condizioni che per noi umani sarebbero impraticabili: endemico dell'Antartide, è capace di vivere e prosperare in luoghi dove le temperature esterne arrivano a -40 °C, e dove anche quelle dell'acqua possono scendere sotto lo zero. Nonostante sia adattato a un ambiente tra i più ostili del pianeta, però, anche il pinguino imperatore ha delle necessità: da un lato gli serve abbastanza ghiaccio da avere sempre del terreno solido sotto le zampe, dall'altro ha bisogno di un accesso facile e rapido all'acqua in caso di bisogno.

Il più a rischio. Ecco perché, nonostante la sua popolazione sia ancora più numerosa, viene considerato uno degli uccelli più a rischio di estinzione nei prossimi decenni, soprattutto se i ghiacciai continueranno a sciogliersi al ritmo attuale. Uno studio pubblicato su Global Change Biology, e raccontato dagli autori anche su The Conversation, indica ora una data molto precisa, un punto di non ritorno superato il quale il pinguino imperatore sarà "quasi estinto", e con scarsissime se non nessuna possibilità di riprendersi: la fine di questo secolo.

A vederlo da fuori il pinguino imperatore sembra in grado di sopravvivere ovunque: vive sui ghiacci antartici, e nonostante questo non muore di freddo né fa fatica a trovare cibo. Il problema è che non tutte le distese glaciali sono uguali: quando c'è troppo ghiaccio, i pinguini imperatore hanno problemi a raggiungere il mare aperto e a procurarsi il cibo, mentre se ce n'è troppo poco il rischio è che i loro pulcini finiscano in mare per sbaglio e anneghino.

Proporzione perfetta. Esiste dunque un optimum per questi uccelli, una proporzione perfetta tra acqua solida e acqua liquida che, a causa del riscaldamento globale e dello scioglimento dei ghiacciai, si sta sbilanciando sempre più rapidamente a favore della seconda. Un esempio clamoroso è quello che è successo nel 2019 nella Baia di Halley, dove si trovava quella che era la più grande colonia di pinguini imperatore del mondo: il ghiaccio si è sciolto troppo presto, e questo ha causato la morte di diecimila pulcini.

Secondo i calcoli degli autori dello studio, episodi come quello della Baia di Halley si moltiplicheranno nei prossimi anni se i ghiacciai continueranno a sciogliersi al ritmo attuale; e secondo le loro proiezioni, ora del 2100 il 98% delle colonie oggi esistenti di pinguino imperatore si sarà estinta, e quelle rimaste saranno messe talmente male da non avere alcuna possibilità di riprendersi.

La speranza. In altre parole, entro la fine del secolo quello che è il pinguino più grande del mondo sarà a tutti gli effetti estinto, e l'unica speranza di invertire la rotta è fermare l'aumento delle temperature globali – un'impresa che salverebbe non solo i pinguini, ma anche il resto del pianeta. Per adesso, il massimo che è stato fatto è la proposta di inserire il pinguino imperatore tra le specie a rischio: decisamente troppo poco.

19 agosto 2021 Gabriele Ferrari
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