Non ci sono motivazioni strettamente scientifiche per preferire il cane ad altre specie animali nei programmi di Pet therapy. Non esiste inoltre una corrispondenza fra un disturbo o un disagio di una persona e l’impiego di una particolare tipo di animale. Tutto dipende dalla singole persone con cui l’animale deve interagire. E’ semmai necessario ricercare un accordo caratteriale fra animale e persona: un animale eccessivamente nervoso, potrebbe impaurire il paziente, mentre un animale eccessivamente timido potrebbe non stimolare in modo adeguato un soggetto già di per sé introverso. Nella selezione dell’animale più adatto per i programmi assistiti, bisogna quindi prendere in considerazione diversi fattori, primo fra tutti il paziente cui è destinato.
Il cane è senza dubbio l’animale che più frequentemente viene chiamato a svolgere il ruolo di co-terapeuta e ciò è legato a una serie di motivi: è stato il primo fra gli animali con i quali l’uomo ha instaurato un legame ed è ancora oggi l’animale domestico, insieme al gatto, più diffuso. La sua diretta discendenza dal lupo lo rende un animale molto sociale che cerca il rapporto con l’uomo ed è abituato a un ordine gerarchico e a stabile delle relazioni sociali. E’ anche l’animale dal quale l’uomo può aspettarsi un adattamento a situazioni particolari e il più disponibile a ricevere un’educazione. Queste sue caratteristiche lo predispongono a una più completa e profonda interazione con gli utenti della Pet therapy. Ha infatti una buona capacità di facilitare i rapporti interattivi, dando o prendendo l’iniziativa nel sollecitare la collaborazione del paziente. Inoltre, dato che il cane non è in grado di riconoscere e percepire un disagio psichico/fisico, interagisce spontaneamente in ogni situazione. Questa specie animale è anche dotata di segnali posturali che offrono molti stimoli e gli permettono di comunicare con il genere umano in modo rapido e unico.
Un altro aspetto che va considerato è la varietà morfologica che accompagna questa specie: diverse taglie (che possono quindi favorire il contatto fisico con gli utenti), diversi colori e tipologie di pelo, differenti varietà di orecchie e di muso.
Anche se il fattore “razza” non gioca un ruolo determinante nella scelta di un animale da destinare a questo tipo di interventi terapeutici, alcune razze sembrano aver dimostrato un maggior grado di socialità e per questo vengono più facilmente scelte (es. il Golden Retriever). Però, a differenza delle caratteristiche fisiche che sono maggiormente predefinite e fissate all’interno di una razza, per quanto riguarda gli aspetti comportamentali, esistono differenze individuali. Non è quindi corretto affermare che tutti i Golden Retriever siano idonei per le attività che per le terapie.