I delfini sono maestri nell'arte di scoprire le prede con il sonar. E nel modulare i suoni stessi.
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Un gruppo di stenelle. Anche questi piccoli e agili delfini riescono a scoprire le prede con i suoni prodotti. |
Come fanno i pipistrelli, maestri nella caccia al buio, e i sottomarini, anche i delfini rallentano e smorzano il suono mentre si avvicinano alla preda. Anche i piccoli cetacei, infatti, utilizzano una tecnica molto simile al sonar per scoprire, nelle acque fangose e scure, le prede che consistono di solito in pesci e calamari. Ma, come hanno scoperto Whitlow Au e Kelly Benoit-Bird, dell'università delle Hawaii, se il suono è troppo forte, specie man mano che ci si avvicina al bersaglio, la visione "sonora" del delfino potrebbe risultare confusa. Per questo diminuiscono il volume avvicinandosi alla preda o, nel caso dell'esperimento, ai microfoni posti di fronte a loro dai biologi marini.
A differenza dei pipistrelli e dei sonar dei sottomarini, i delfini diminuiscono l'ampiezza della trasmissione del segnale, mentre i primi due fanno diventare meno sensibili gli apparati di ricezione, le orecchie nel caso dei pipistrelli. Con questo "trucco" i delfini hanno una visione dell'ambiente intorno e dei pesci che vogliono catturare quasi costante nonostante la distanza sia sempre diversa.
(Notizia aggiornata al 23 giugno 2003)