Animali

Pesca con uncino: gli oranghi battono i bambini

I primati si sono dimostrati più abili dei bimbi sotto agli otto anni nella capacità di capire che un filo ricurvo può recuperare un cesto da un tubo verticale: un fatto sorprendente, perché gli strumenti di questo tipo sono un prodotto tardivo nell'evoluzione umana.

Piegare un fil di ferro per pescare una ricompensa sistemata in fondo a un tubo, senza nessuno che mostri come si fa, è particolarmente difficile per i bambini al di sotto degli otto anni. Non altrettanto per gli oranghi: un gruppo di biologi e psicologi austriaci e scozzesi ha dimostrato che questi primati producono spontaneamente degli ami per recuperare bottini difficili da afferrare. È la prima volta che questa capacità viene osservata in un primate non umano.

Trova le differenze. I bambini sapiens sono abili utilizzato di "tool" (come vengono chiamati gli strumenti nelle scienze biologiche), eppure, se devono curvare un filo e trasformarlo in un oggetto per pescare qualcosa, ci riescono soltanto da una certa età in avanti. Quelli tra i 3 e i 5 anni ci arrivano di rado, e a 7 anni ce la fa meno della metà degli interpellati (ma se qualcuno mostra loro come si fa, ci riescono ad ogni fascia di età).

Ripiegare un filo per farne un uncino è un problema cognitivo complesso che richiede diversi passaggi senza beneficio immediato, in cambio di una ricompensa finale: un progetto articolato, dunque, che richiede uno sforzo di memoria di lavoro, il magazzino provvisorio dal quale peschiamo i pezzetti di informazioni che ci servono per potare a compimento un'azione. Questa capacità di risoluzione dei problemi è gestita dalla corteccia prefrontale mediale, che matura più tardi nello sviluppo del bambino.

Prova a prenderlo. Gli scienziati dell'Università di Medicina Veterinaria di Vienna, dell'Università di Vienna e di quella di St Andrews (Scozia) hanno presentato ad alcuni oranghi di Sumatra (Pongo abelii) un tubo verticale contenente un cestino con una ricompensa e un filo metallico. In un secondo compito, i primati avevano davanti a sé un tubo orizzontale con il cesto al centro, e un filo piegato a 90 gradi.

Diversi oranghi hanno capito che dovevano piegare il filo nel primo caso e distenderlo nel secondo, riuscendo comunque bene in entrambi i compiti. Due ci sono arrivati addirittura nei primi minuti della prima prova, modellando il filo con bocca e denti e inserendolo nel tubo già nel verso giusto.

Una possibile origine. Con gli oranghi condividiamo il 97% del codice genetico; questi primati hanno una memoria simile all'uomo, detengono il record di durata di allattamento tra i mammiferi e preparano elaborati "letti" di foglie tra gli alberi su cui distendersi per dormire. In passate occasioni alcuni oranghi e scimpanzé sono stati visti usare rami caduti per agganciare le fronde e farsi largo tra le foglie, prima di spostarsi da un albero all'altro.

Questo gesto potrebbe aver rappresentato una delle più antiche forme di tool uncinato per i nostri comuni antenati: strumenti come uncini ed arpioni arrivarono tardi nella storia dell'evoluzione umana, tra i 60 mila e i 16 mila anni fa.

Gli oranghi si trovano oggi soltanto in piccole e isolate aree di foresta pluviale di Borneo e Sumatra, ma stanno scomparendo per la deforestazione per le piantagioni di palme da olio.

19 novembre 2018 Elisabetta Intini
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