Sull'isola di Sulawesi, in Indonesia, e solo lì, vive un animale con uno straordinario talento vocale. Si chiama Tarsius spectrumgurskyae, e come tutti i tarsi è un piccolo primate che vive esclusivamente sulle isole del sudest asiatico. A differenza di altri tarsi, però, quello di Sulawesi ha un'abitudine particolare: ogni mattina si ritrovano sugli alberi dove vivono e si lanciano in complicati duetti canori il cui scopo non ci è ancora noto.
Per provare a vederci (o a sentirci) più chiaro, un team di ricercatori delle università di Sam Ratulangi a Sulawesi e della Cornell a New York ha registrato e analizzato questi duetti, scoprendo che non tutti i performer sono uguali, e che i più bravi potrebbero ottenere dei vantaggi. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution.
Come un soprano. Lo studio è stato condotto nella foresta del Tangkoko National Park di Sulawesi nel corso dei due mesi estivi (luglio e agosto) del 2018: grazie all'uso di registratori portatili ad alta definizione, il team è riuscito a registrare un totale di 50 duetti eseguiti da 14 diverse coppie di tarsi. Le registrazioni sono poi state fatte "passare" da un algoritmo addestrato a riconoscere e classificare non solo le singole note cantate dai tarsi, ma anche la presenza di frasi musicali o altre strutture più complesse.
I risultati sono… operistici: i tarsi cantano utilizzando una tecnica tipica proprio dell'opera e in particolare del belcanto, la cosiddetta coloratura, che come spiega Wikipedia consiste in "vocalizzi su singole sillabe, una successione anche molto lunga di note quasi sempre da eseguirsi con notevole velocità". I tarsi fanno proprio questo, ma non tutti sono capaci di farlo allo stesso modo.
Più veloce o più vario? I tarsi che cantano più lentamente sono in grado di usare, nella loro performance, una gamma più ampia di frequenze, e quindi di variare maggiormente ogni singola nota. Al contrario, quelli che coprono meno frequenze sono però più rapidi nel cantare. Solo pochissimi esemplari eccellono in entrambe le categorie (velocità e varietà): secondo gli autori dello studio, il motivo è che un canto molto rapido e molto variegato è anche molto costoso dal punto di vista energetico, e non tutti gli esemplari possono sostenerlo. Questo potrebbe far supporre che i duetti dei tarsi siano una forma di corteggiamento, e chi canta meglio ha più possibilità di trovare un partner.
Il canto è un'esclusiva? È però solo un'ipotesi, e non l'unica: un'altra spiegazione possibile è che i canti siano un segnale per l'intera colonia, un modo per raccogliere tutti gli individui sullo stesso albero dopo una notte passata nella foresta a cercare cibo. Infine, il fatto che quelli di Sulawesi siano gli unici tarsi a improvvisare duetti ogni mattina (le specie che vivono nel Borneo e nelle Filippine duettano molto più raramente, e in certi casi non lo fanno proprio) potrebbe indicare che questa forma di canto sia stata una loro invenzione, un comportamento esclusivo di una specie che, purtroppo, è in via d'estinzione. Il prossimo passo, spiegano gli autori dello studio, sarà indagare quei "pezzi" di canto che non possiamo sentire, cioè gli ultrasuoni.