La presenza sulle isole di specie più grandi rispetto a quelle che vivono sulla terraferma è un fenomeno noto come gigantismo insulare. Le testuggini giganti di Galapagos, Seychelles e Mascarene sono tra i più evidenti esempi in natura. Un fenomeno che non riguarda solo le testuggini, ma anche altri rettili, uccelli e piccoli mammiferi.
Uno spettacolare arcobaleno colora i cieli di James Island dopo un temporale. Siamo alle Galapagos, un arcipelago di 14 isole vulcaniche situate nel Pacifico a circa 1000 km dalla costa dell'America Meridionale.
Trasformate in Parco Nazionale dal governo dell'Ecuador nel 1959, le Galapagos ospitano un ecosistema unico al mondo: il relativo isolamento geografico e la varietà di climi garantiti dalle correnti marine, ha fatto sì che su queste isole si sviluppassero una flora e una fauna endemiche, tipiche di questi luoghi. Fu proprio dalla loro osservazione che, a metà del XIX secolo, Charles Darwin trasse ispirazione per formulare la sua teoria dell'evoluzione.
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Un maschio di fregata (Fregata magnificens) gonfia la sua sacca gulare per farsi bello nella stagione del corteggiamento. È un uccello di grandi dimensioni: può arrivare a 1,6 kg di peso per 115 centimetri di apertura alare. Si ciba di meduse, calamari e pesci ed è diffuso in tutte le regioni tropicali e subtropicali.
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La Fregata magificens è un uccello dalle doti di volo eccezionali: può trascorrere giorni e notti senza mai posarsi, veleggiando sulle termiche - sfruttando cioè le correnti ascensionali per salire fino a 2500 metri di quota, per poi scendere a pesca sulla superficie dell'oceano.
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Un leone marino si crogiola al sole sulla spiaggia di James Island, alle Galapagos. Della stessa famiglia delle otarie, si distingue dalle foche per la presenza dei padiglioni auricolari.
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Un cucciolo di leone marino guarda curioso una turista. La vita di questi animali è dura fin dai primi istanti di vita: la madre, infatti, in caso di pericolo non esita ad abbandonare il piccolo al suo destino per mettersi in salvo. L'apparente crudeltà di questo comportamento permette però alla specie di sopravvivere, preservando la femmina, che dopo un anno sarà di nuovo fertile.
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Un pellicano marrone (Pelecanus occidentalis) in volo nei cieli delle Galapagos. È un grande tuffatore: si lancia tra le onde anche da 15 metri per catturare i pesci di cui si nutre.
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Lungo fino a 20 metri per 34 tonnellate di peso, lo squalo balena è il più grosso pesce esistente. È distribuito in tutti i mari temperati e tropicali della Terra. Assolutamente pacifico, si ciba di plancton e gamberetti che cattura per filtrazione, convogliando nella sua enorme bocca fino a 2 milioni di litri di acqua l'ora.
È una tra le specie di squali più minacciate: in molti paesi del mondo è cacciato per le sue carni, mentre il suo fegato è un importante ingrediente della medicina popolare cinese.
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Un sub nuota accanto a un Dermatolepis dermatolepis, un grosso pesce di barriera diffuso in tutto il Pacifico Meridionale. Lungo fino a 1 metro, è un predatore piuttosto scaltro. È solito infatti seguire i pesci vegetariani per catturare i crostacei smossi dal loro passaggio, ma anche le murene per approfittare dei pesci che al loro sopraggiungere scappano impauriti.
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Un' iguana si scalda al sole tra le rocce di Punta Albemarle, sull'Isola Isabella. In natura questi animali possono arrivare anche 2,5 metri di lunghezza. Sono molto robusti: possono cadere senza riportare danni anche da 10-15 metri di altezza. In molte zone del Sud America questo rettile viene cacciato e servito come specialità gastronomica.
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Un banco di pesci al largo dell'isola di Floreana visto dagli occhi tridimensionali di Google Street View, che dopo essere passato per le strade delle nostre città, aver visitato i musei più importanti del mondo, il CERN e aver attraversato l'Antardide... si è tuffato anche in mare.
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Foto: © Da Google Street View
Uno squalo martello caccia nelle acque antistanti l'Isola dei Lupi. L'estremità del muso così schiacciata permette all'animale di localizzare con grande precisione le sue prede. Questa zona è infatti ricca di organi chiamati ampolle di Lorenzini, che gli consentono di orientarsi per mezzo del campo magnetico terrestre e di individuare i campi elettrici emessi da altri esseri viventi. Grazie a queste strutture, lo squalo martello può localizzare segnali elettrici anche di mezzo milionesimo di volt.
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Un granchio rosso delle rocce (Graspus Graspus) in attesa della sua preda. Sulle spiagge delle Galapagos non è raro osservare questo crostaceo insieme alle iguane, alle quali offre un efficace servizio di pulizia eliminando insetti e parassiti annidati tra le pieghe della loro pelle.
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Il vulcano Cerro Azul durante la sua ultima eruzione, nel maggio del 2008. Con i suoi 1689 metri di altezza è il picco più alto delle Galapagos. Le sue eruzioni, anche se non frequenti, sono sempre state piuttosto violente. Nel 2008 il fiume di lava in uscita dal vulcano ha costretto l'esercito a spostare 735 tartarughe giganti per metterle in salvo.
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Una sula piedazzurri (Sula nebouxii), uno dei più formidabili uccelli pescatori esistenti. Ama cacciare in mare aperto, dove si tuffa ad ali spiegate da oltre 30 metri di altezza entrando in acqua a più di 100 km/h di velocità.
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Una buona notizia per il Darwin Day.? Da oltre 100 anni non si aveva più alcuna traccia della testuggine gigante Chelonoidis elephantopus, una delle tante delle Galapagos, da tempo considerata estinta. Ma oggi un’ambiziosa ricerca di un gruppo di scienziati dell’Università di Yale, di cui fanno parte i due italiani Claudio Ciofi e Adalgisa Caccone, riaccende le speranze di trovarne ancora qualcuna in vita.?
Studiate nel 1835 anche da Charles Darwin, nel 2008 vennero scoperti 11 loro geni in esemplari della specie Chelonoidis becki, con cui evidentemente la specie originaria si era riprodotta prima di estinguersi, alla fine dell’Ottocento: è probabile che pirati e balenieri abbiano trasportato qualche esemplare dall’isola Floreana, di cui sono originarie, all’isola Isabela, dove invece vivevano le C. becki.? Ma è del mese scorso la pubblicazione degli insperati risultati del team di Yale.
Analizzando il Dna di 1669 tartarughe (circa il 20% della popolazione) che vivono sul vulcano Wolf (isola Isabela), i ricercatori hanno scoperto che 84 di loro discendono direttamente dalle C. elephantopus, la specie “estinta”. Questo può significare una sola cosa: dato che 30 delle 84 tartarughe hanno meno di 15 anni, almeno un esemplare di C. elephantopus dal sangue puro è vivo e si è accoppiato non più di 15 anni fa. Le speranze sono quelle di trovare in vita le testuggini, determinarne la purezza in base al Dna e tentare di farle riprodurre in allevamento, con l’obiettivo di reintrodurle poi nel loro habitat naturale, ripopolando così l'isola originale dell’arcipelago.
Foto: © Norbert Wu/Science Faction/Corbis
DA SOLI. Il gigantismo insulare consiste nell'aumento delle dimensioni corporee di una specie quando si viene a trovare in un habitat isolato e senza predatori e competitori. Le isole hanno queste caratteristiche perché sono di solito troppo piccole per ospitare mammiferi di grossa taglia, che hanno bisogno di vaste aree per poter costituire una grande popolazione.
L'assenza di carnivori in grado di cacciarli e di grandi erbivori che potrebbero esaurire le risorse ambientali consente quindi a rettili e uccelli di crescere in dimensioni e di occupare alcune nicchie ecologiche che sui continenti sarebbero prerogativa dei mammiferi.
Oltre 400 anni e non sentirli: è lo squalo della Groenlandia (Somniosus microcephalus) il vertebrato più longevo del pianeta. Uno studio pubblicato su Science e condotto su 28 esemplari ha stabilito che i bestioni delle fredde acque del Nord Atlantico, che raggiungono i 5 m di lunghezza, crescono appena 1 cm all'anno e raggiungono la maturità sessuale soltanto a 150 anni di età. Proprio la lenta crescita sarebbe una delle chiavi del loro successo: uno degli esemplari studiati - la maggior parte dei quali finita per sbaglio in reti da pesca - era nato nel 1600. Le analisi sono state compiute datando al radiocarbonio il cristallino degli animali, formato da proteine che non si rinnovano, e che conservava traccia di eventi radioattivi come i test nucleari degli anni '60. Il precedente vertebrato più longevo era la balena artica: ecco la Top 10 - squalo escluso - degli altri animali "Matusalemme".
10. Allocyttus verrucosus. Persino l'ultimo della lista, un pesce noto come Allocyttus verrucosus, batte di gran lunga il più longevo tra gli umani. La creatura dalla forma a diamante, che si nutre di piccoli pesci e crostacei nelle acque oceaniche superficiali, può vivere fino a 140 anni: 23 anni in più rispetto alla più anziana "nonna" terrestre, morta in Giappone pochi giorni fa.
Foto: © Robin McPhee / NORFANZ Founding Parties
9. pesce specchio atlantico. Al nono posto un'altra creatura marina: come vedremo, sono acquatiche molte delle creature più longeve del pianeta. Il pesce specchio atlantico (Hoplostethus atlanticus), diffuso negli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano, può vivere fino a 149 anni. Forse, una delle ragioni della sopravvivenza record è da ricercare nella lentezza di crescita e maturazione dell'animale, che impiega 20 anni per raggiungere il completo sviluppo sessuale. La lentezza di crescita e riproduttiva è uno dei tratti ricorrenti negli animali così longevi.
Foto: © J.D.M. Gordon
8. Tartaruga gigante di Aldabra. Usciamo dall'acqua, anche se di poco, per incontrare il primo terrestre della lista, la tartaruga Aldabrachelys gigantea, originaria dell'atollo omonimo nell'arcipelago delle Seychelles. Questi animali possono vivere fino a 152 anni, e depongono uova una volta ogni due.
Foto: © Wil Meinderts/ Buiten-beeld/Minden Pictures/contrasto
7. Storione dei laghi. Anche l'Acipenser fulvescens può sopravvivere fino a 152 anni. Le femmine di questo pesce d'acqua dolce diffuso in Nord America impiegano dai 14 ai 33 anni soltanto per raggiungere la maturità di riproduttiva, e depongono uova solo ogni 4-9 anni. In confronto, la trota iridea, diffusa nello stesso habitat, matura in 2-3 anni, e vive appena 11 anni.
Foto: © Wikimedia Commons
6. Sebastes borealis. Questo pesce diffuso dalle acque sudorientali della Kamchatka russa fino a quelle californiane può arrivare a 157 anni di vita. Sempre che non sia pescato prima: la pesca commerciale del pesce osseo nel Golfo di Alaska è diffusa dagli anni '60. Il bestione può superare il metro di lunghezza, per 20 kg di peso.
5. Tartaruga delle Galápagos. Con la Chelonoidis nigra, endemica dell'arcipelago del Sud America, facciamo un salto di qualità: il rettile, che raggiunge i 400 kg di peso, può arrivare a 177 anni, con un'aspettativa di vita minima stimata intorno ai 150 anni. Un safari fotografico tra le isole Galápagos
Foto: © Tui De Roy/Minden Pictures/contrasto
4. Riccio rosso di mare. Sarà la dieta a base di alghe, o l'esoscheletro acuminato che permette di difendersi dai predatori: fatto sta che il Mesocentrotus franciscanus può vivere fino a 200 anni e conquista il quarto posto di questa inusuale classifica.
Foto: © Floris van Breugel/Nature Picture Library/contrasto
3. Sebastes aleutianus. Un altro pesce osseo della famiglia dei Sebastidae si colloca al terzo posto: il Sebastes aleutianus (qui in un'illustrazione) un pesce solitario diffuso nel Nord Pacifico, può vivere fino a 205 anni. È infatti considerato il pesce più longevo del nostro pianeta.
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2. Balena della Groenlandia. A tenere alto l'onore dei cetacei ci pensa la Balaena mysticetus, nota anche come balena artica, che può nuotare nelle acque artiche anche per 211 anni. L'animale può raggiungere i 20 metri di lunghezza, per 152 tonnellate di peso.
Foto: © Martha Holmes/Nature Picture Library/contrasto
1. Vongola oceanica. Il più anziano esemplare di vongola oceanica (Arctica islandica) mai ritrovato aveva più di 400 anni: di gran lunga l'età più ragguardevole mai raggiunta da un animale terrestre. Al bivalve, pescato nei mari islandesi nel 2006, era stata data un'età iniziale di 405-410 anni; ma ulteriori analisi gli hanno attribuito 507 anni. La vongola, soprannominata "Ming", è stata uccisa per errore dagli scienziati che stavano tentando di determinarne l'età.
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