Poche persone sono riuscite a fissarle talmente a lungo da accorgersene, ma le tarantole sono blu. E il colore, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è determinato dalla selezione sessuale: le ridotte capacità visive di questi ragni non permetterebbero di apprezzare le sfumature dei compagni.
Piuttosto, la sfumatura, comune a molte specie di tarantola, è il risultato della selezione naturale: nella loro storia evolutiva, il colore blu della peluria è stato favorito almeno otto volte. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science Advances.
Database. Un gruppo di ricercatori dell'università di Akron, in Ohio, ha analizzato immagini digitali presenti su Google e Flickr di 53 diversi generi di tarantole. Tra questi, 40 presentavano una colorazione sui toni del blu. Confrontando la distribuzione di questa colorazione con l'albero genealogico dei vari generi, gli scienziati hanno concluso che il numero minimo di trasformazioni per produrre una simile diffusione del tratto era, appunto, di otto.
Cobalto. Non solo: la varietà di blu è quasi sempre la stessa. L'analisi al microscopio elettronico di otto esemplari di tarantola appartenenti a specie diverse ha confermato che, anche nelle specie solo lontanamente imparentate, la lunghezza d'onda del blu rientra sempre in un range di 20 nanometri, in una regione situata attorno ai 450 nanometri. Questo, anche se le minuscole configurazioni strutturali della peluria dei ragni - all'origine dello strano colore - variano notevolmente, anche all'interno della stessa regione dell'albero genealogico.
Evitami! A differenza di altri ragni, le tarantole non sfruttano questo colore nelle fasi di corteggiamento: la semplice conformazione dell'occhio non permette loro di apprezzare le differenze cromatiche. Eppure, se questo blu si è evoluto per almeno otto volte, deve avere una precisa funzione "segnaletica": non per le altre tarantole, ma agli occhi di altri animali. L'ipotesi è che i ragni lo usino per mimetizzarsi nei dintorni quando cacciano di notte. O che il blu dissuada i loro predatori dall'inghiottirle.
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