Le formiche legionarie, appartenenti alla sottofamiglia Dorylinae, sono un gruppo di formiche particolarmente feroci, predatrici nomadi che costruiscono nidi temporanei e li abbandonano non appena la loro regina ha deposto le uova, per tornare a migrare e andare in cerca di altro cibo. Sono voraci, capaci di divorare qualsiasi invertebrato si trovino davanti, formano colonie numerosissime (possono contenere fino a 20 milioni di esemplari), ma soprattutto sono presenti in quasi tutto il mondo… con l'eccezione dell'Europa.
È possibile che il loro vagabondare non le abbia mai portate fino a noi? La risposta è no: un nuovo fossile risalente a 35 milioni di anni fa rivela che un tempo le formiche legionarie frequentavano anche il vecchio continente, e se oggi non ci sono più, è perché l'Europa non è più accogliente per loro. Il fossile è stato descritto in uno studio pubblicato su The Royal Society Publishing.
Come Jurassic Park. Il fossile in questione ha un aspetto familiare per gli appassionati di cinema: la formica, perfettamente conservata, è stata ritrovata incastonata in un pezzo di ambra. In particolare si tratta di ambra del Baltico: durante l'Eocene, tra 56 e 33 milioni di anni fa, in questa regione si formarono i più grossi depositi di ambra del mondo, che sono tra le altre cose un vero e proprio scrigno di fossili. L'ambra del Baltico è talmente ricca di reperti che a volte… ce ne dimentichiamo: la formica legionaria protagonista dello studio è stata scoperta negli anni Trenta del secolo scorso, e da allora giace ignorata nei cassetti del museo di zoologia comparata di Harvard. Christine Sosiak, dottoranda presso il New Jersey Institute of Technology, l'ha riscoperta quasi per caso mentre lavorava alle collezioni del museo, e l'ha identificata come formica legionaria.
Troppo freddo in Europa. Ulteriori analisi dell'esemplare hanno permesso di identificarla come parente stretta delle formiche del genere Dorylus, diffuse in Africa e in Asia meridionale. Questo fossile dimostra che un tempo queste legionarie erano presenti anche in Europa. La quale però, negli ultimi 30 milioni di anni, è andata incontro a una serie di cambiamenti climatici, in particolare cicli di raffreddamento che hanno reso il continente inospitale per queste formiche, che ci hanno quindi "abbandonato" in cerca di pascoli più verdi (metaforicamente parlando). Un'altra caratteristica rivelata dall'analisi è che, come le sue controparti moderne, anche la formica fossile era senza occhi perché viveva sottoterra: motivo in più per considerare eccezionale il ritrovamento, visto che raramente gli animali ipogei si avventurano in superficie e finiscono intrappolati nell'ambra.