L'anatomia vocale dei macachi li renderebbe teoricamente in grado di sostenere una conversazione comprensibile con l'uomo. Perché allora non ci riescono? Per l'assenza di strutture neurocognitive adeguate a supportare il linguaggio.
A questa conclusione sono giunti gli scienziati dell'Università di Princeton (Stati Uniti), in uno studio che contraddice la teoria - in voga da almeno quattro decenni - che le scimmie non possano parlare per alcune limitazioni presenti nel loro tratto vocale. Quello che emerge, al contrario, è che l'evoluzione della capacità di parlare umana è dipesa più da cambiamenti di tipo neurale, che da modificazioni negli organi del linguaggio.
Salto di qualità. I passati esperimenti sui suoni emessi dalle scimmie si basavano su calchi in gesso delle strutture vocali dei primati. I ricercatori di Princeton sono ricorsi a filmati e immagini fisse ai raggi X degli apparati vocali di un macaco di Giava (Macaca fascicularis) di nome Emiliano, acquisite con l'aiuto di un mezzo di contrasto mentre l'animale emetteva suoni o mangiava.
È stato così possibile misurare l'estensione e le capacità del tratto vocale in 99 diverse configurazioni, e calcolare quali e quanti suoni il primate potesse emettere.
chiari (o quasi). Si è scoperto che l'animale ha, come molti altri primati, gli strumenti anatomici per elaborare i 5 suoni vocalici base del linguaggio umano: gli scienziati sono riusciti a sintetizzarli e li hanno fatti ascoltare a 10 volontari umani, che li hanno riconosciuti tra il 90 e il 98% dei casi.
Se le scimmie potessero parlare, l'uomo probabilmente riuscirebbe a capirle: qui sotto, potete fare una prova, ascoltando la riproduzione di "Will you marry me?" ("mi vuoi sposare?") creata con i suoni della voce di Emiliano (qui potete ascoltare l'analoga simulazione con i suoni della voce di un uomo).
I limiti. I loro cervelli, tuttavia, non sono in grado di imparare ed eseguire i comandi motori associati al linguaggio nel modo in cui fanno i nostri: benché i macachi, e altri primati, riescano a imparare alcuni suoni (vocali e consonanti) in natura e in cattività, non arrivano neanche lontanamente alla gamma di suoni che può produrre un bambino di un anno.