L’imitazione è prima di tutto la memorizzazione e poi la replica di un suono. Per gli uccelli questi due processi sono fondamentali, in quanto consentono l’apprendimento del canto, che viene tramandato da genitore a figlio. L’imitazione del canto del partner (e il canto a “duetto”) serve invece a creare e rinsaldare il legame di coppia. L’imitazione però può avvenire anche con suoni che non appartengono alla famiglia e neppure alla specie, ma provengono dall’esterno. Lo storno o l'uccello lira, per esempio, utilizzano frammenti dei canti di altri uccelli per rendere più interessante il proprio repertorio. Più difficile invece è l’interpretazione delle imitazioni di pappagalli e merli indiani (gracula). Di solito la duplicazione del suono estraneo viene fatta da uccelli che vivono in cattività e quindi in una condizione di isolamento rispetto al loro ambiente. L’imitazione quindi potrebbe essere un errore di apprendimento. C’è infine anche il caso di imitazione a scopo di difesa: la civetta delle tane, americana, emette dalla sua tana un suono simile a quello del serpente a sonagli per allontanare i predatori.
Perché alcuni uccelli possono imitare i suoni?
