Solitamente la parola "carisma" viene associata a noi esseri umani, per descrivere quel fascino magnetico esercitato da alcuni di noi e che dipende da una serie di fattori spesso intangibili e sfuggenti ma il cui effetto è innegabile.
Chi si occupa di conservazione della natura, però, sa che anche gli animali possono essere carismatici, e che questa caratteristica è molto importante per definire le strategie di conservazione: proteggere un animale carismatico significa aiutare anche tutte le specie che occupano il suo ecosistema e che colpiscono meno la nostra fantasia. Ora un nuovo studio pubblicato su Biological Conservation dimostra che c'è una correlazione diretta tra il carisma di una specie e le sue dimensioni: gli animali più grandi ci piacciono di più.
ma quanto sei grande. Il carisma animale può essere definito in (almeno) tre modi diversi: c'è quello estetico (quanto ci colpisce il suo aspetto), quello ecologico (quanto è probabile che lo incontriamo), quello fisico (legato alle interazioni che abbiamo con lui).
I conservazionisti raccolgono dati a riguardo da anni, e lo studio condotto da Emilio Berti dell'università di Aarhus è costruito proprio a partire da questi database: il team ne ha combinati nove diversi e ha calcolato il carisma percepito di un totale di oltre 13.000 specie di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, collocandoli su una scala che va da 0 (carisma nullo) a 1 (massimo carisma). L'analisi dei risultati ha svelato una correlazione molto netta tra le dimensioni dell'animale e il suo carisma: in altre parole, più una specie è grossa più ci piace.
rinoceronte o topo? Il calcolo delle dimensioni è stato fatto diversamente per mammiferi e uccelli, che raggiunta una certa età smettono di crescere, e per anfibi e rettili, che invece continuano a farlo per tutta la vita: in entrambi i casi, la reazione positiva di noi umani aumenta con le dimensioni del corpo, per cui, per esempio, un rinoceronte ha più carisma di un topo. Ci sono ovviamente alcune eccezioni: uno degli animali più carismatici del mondo, secondo lo studio, è il geco nano delle Isole Vergini, che non arriva ai 2 cm di lunghezza; secondo Berti, questo avviene perché gli animali minuscoli sono considerati intrinsecamente "carini", e quindi altrettanto degni di protezione.