Immaginate un pappagallo di 7 kg di peso e un metro di altezza, che si ciba (anche) di suoi simili. Non è il protagonista del prossimo film di fantascienza, ma un animale vissuto 19 milioni di anni fa. Il fossile di Heracles inexpectatus (questo nome - che è tutto un programma - della nuova specie, che gli addetti ai lavori hanno soprannominato Squawkzilla) è stato scoperto una decina di anni fa nelle foreste della Nuova Zelanda, ma solo ultimamente è stato classificato da alcuni paleontologi. La ricerca è stata pubblicata su Biology Letters.
Enorme e (forse) cannibale. Si tratta della specie di pappagallo più grande mai ritrovata: le sue dimensioni sono paragonabili a quelle del dodo gigante, vissuto sulle isole Mauritius fino alla sua estinzione, avvenuta alla fine del XVII secolo. Grande il doppio del kakapò, il pappagallo più grande al mondo attualmente esistente (ne rimangono solo 147 esemplari), condivide con lui l’incapacità di volare. I ricercatori ipotizzano che il becco di Ercole fosse gigantesco e molto forte, tanto da riuscire a cibarsi non solo di semi e frutti, ma anche di… altri pappagalli.
Ri-scoperta. Per ora sono state ritrovate solo due ossa appartenenti agli arti inferiori dell’esemplare, denominate tibiotarsi. I fossili, dissotterrati nel 2008, inizialmente erano stati attribuiti a un’aquila preistorica. Solo negli ultimi mesi un team di paleontologi si è messo nuovamente al lavoro, facendo l’incredibile scoperta: «Siamo andati per esclusione», ha spiegato Trevor Worthy, professore associato alla Flinders University e capo dello studio, «concludendo che non poteva che trattarsi di un pappagallo. Non ne avevamo mai visto uno così grande».
La Nuova Zelanda non è nuova ai pennuti oversize: pensiamo ai moa, giganteschi uccelli incapaci di volare (l’ultimo, il più grande finora mai ritrovato, è stato scoperto qualche mese fa), alle oche giganti, agli adzebill, o all’aquila di Haast, la più grande aquila mai esistita al mondo, estintasi attorno al 1400.