La domesticazione di una specie animale ha sempre portato grandi vantaggi all'uomo, ma anche all'animale stesso, che all'improvviso può smettere di preoccuparsi di procurarsi il cibo, sfuggire ai predatori e proteggersi dalle intemperie. Il lato negativo, però, è che il cervello dell'animale in questione si rimpicciolisce generazione dopo generazione, perché non più sottoposto a forti pressioni evolutive. Almeno questo è quello che abbiamo sempre pensato, in particolare per quello che riguarda i cani e il confronto con i lupi. Un nuovo studio pubblicato su Biology Letters smentisce però questa ipotesi, suggerendo invece che il rimpicciolimento del cervello di alcuni canidi abbia anche altre cause oltre alla domesticazione.
Cervelli variabili. Ci sono molti esempi di animali addomesticati che con il tempo hanno visto una riduzione delle loro capacità cerebrali, ma i cani sono forse quelli più studiati; e abbiamo sempre creduto che la domesticazione fosse l'unico fattore responsabile di questo rimpicciolimento.
Il confronto, però, è sempre stato fatto solo con i lupi: il nuovo studio allarga invece lo sguardo anche ad altri canidi, comprese specie selvatiche (per esempio il cane procione) e ad alcune razze antiche che sono geneticamente più vicine ai primi cani domestici. I risultati dell'analisi dimostrano che non sono solo i cani addomesticati ad avere un cervello più piccolo, e che quindi la domesticazione in sé potrebbe non essere l'unica causa di questo fenomeno.
Non è (solo) colpa nostra. L'esempio più evidente che spiega questa ipotesi è quello del già citato cane procione, che ha un cervello significativamente più piccolo di quello dei lupi. Il cane procione è un animale che va in ibernazione, cioè un periodo di bassa attività metabolica e scarsità di cibo: l'ipotesi è che questo imponga limiti alle dimensioni del cervello, che non può consumare troppa energia. Il cane procione, quindi, non è addomesticato ma ha lo stesso "problema" dei cani domestici: questo, secondo gli autori dello studio, dimostra che non è solo la domesticazione ad agire sulle dimensioni del cervello, ma che ci possono essere altri fattori evolutivi o ecologici che le determinano.
Questo non significa che la domesticazione dei primi cani non abbia contribuito ad avviare un processo di riduzione cerebrale, ma che non è l'unico motivo per cui i cani hanno il cervello più piccolo dei lupi – insomma, non è solo responsabilità nostra, e la questione, dice lo studio, andrebbe studiata da una prospettiva meno antropocentrica.