Animali

Non dire ratto se non ce l'hai nel sacco

E se un giorno vi venisse in mente di allevare un topo - o meglio un ratto come quello del film "Ratatouille" - sapreste come sceglierlo, come accudirlo, nutrirlo e trattarlo? Ecco qualche...

Come si alleva un ratto?
E se un giorno vi venisse in mente di allevare un topo, o meglio un ratto, sapreste come sceglierlo, come accudirlo, nutrirlo e trattarlo? Ecco qualche consiglio utile.

Anna Mannucci, 26 novembre 2007

Un esemplare di Rattus norvegicus, comunemente conosciuto come ratto.
La stessa specie del protagonista del film della Disney "Ratatouille"



Remy, il protagonista del film “Ratatouille”, non è un topo, ma un ratto. E non crediate che si tratti solo di una sfumatura linguistica: ratti e topi sono specie diverse. Anzi, in realtà sono molte le specie, ma i più diffusi e noti sono il topolino comune (Mus musculus) e il ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus), detto anche pantegana o surmolotto. La differenza più eclatante sta nelle dimensioni. Il topolino adulto è lungo dai 6 ai 12 centimetri e anche gli esemplari più grandi non superano i 40 grammi circa. Il ratto adulto invece misura quasi il doppio (fino a 22 centimetri), ha una coda lunga quasi quanto il corpo e può raggiungere il mezzo chilo di peso, ma ci sono dei ratti “obesi” che pesano quasi un chilo.

Ratti da compagnia
In Gran Bretagna, in Germania, negli Usa, da tempo entrambi questi roditori sono usati come animali da compagnia. E secondo alcune stime dopo l’uscita del film “Ratatouille”, in alcuni di questi Paesi ci sarebbe stato un aumento delle adozioni di ratti. Dei quali, al pari di cani e gatti, sono state selezionate razze diverse proprio perché siano più adatti alla vita domestica. Ci sono, tra gli altri, il Rex, con il pelo arricciato, il Manx, senza coda (la coda rosea e nuda è la parte meno apprezzata di questi animali), il Dumbo, con le orecchie grandi (probabilmente la razza di Remy). Anche i colori del pelo possono essere diversi, si va dal nocciola al bianco albino al pezzato.

Dove si possono trovare?
Chi volesse adottarne uno deve trovare un allevamento di ratti da compagnia (cercando per esempio, sul sito Rattiamici.it). Ma non è impresa facile: nel nostro Paese, i ratti vengono allevati soprattutto per diventare cibo per i serpenti e come cavie per la sperimentazione. Questi animali non sono molto adatti come pet, perché sono cresciuti senza essere coccolati e senza “educazione”. Possono essere paurosi, dare poche soddisfazioni e persino mordere. L’ideale, per chi non se ne intende, è prendere un

LINK UTILI

Ratti amici

Un forum per parlare di ratti

Società italiana veterinari animali esotici

In inglese
Fancy Rats

American Fancy Rat & Mouse Association

Pet Rat Canada

Rat guide


rattino che abbia dalle quattro alle sei settimane e che sia nato in una casa, da una madre tenuta come animale da compagnia. Meglio prenderne due, che possono farsi compagnia, l'importante è che siano dello stesso sesso.

Cosa evitare
Meglio prendere ratti di sesso femminile che sono più piccole, più agili e più pulite. Mentre i maschi adulti marcano il territorio (in cui talvolta è compreso anche il padrone) con la loro urina.
Se si mettono insieme un maschio e una femmina ben presto la nostra casa sarà invasa da centinaia e centinaia di nuovi arrivi. La femmina di ratto va in calore ogni 3-4 giorni e dopo circa 21 giorni nascono i piccoli, dai 6 ai 20, che dopo appena quattro settimane di vita, diventano a loro volta fertili.
Si possono anche fare sterilizzare da un veterinario esperto di “esotici” (così vengono definiti in gergo veterinario gli animali che non sono cani e gatti ). L’associazione di questi veterinari è la Sivae (Società italiana veterinari di animali esotici).

Socievoli fino a un certo punto
Il ratto è un animale intelligente e molto socievole, per lui stare da solo è una sofferenza. Deve giocare con i suoi simili e con il padrone, esplorare e avere sempre qualcosa da fare. In Gran Bretagna, per esempio, si organizzano gare di “agility” per ratti e padroni. «Sono animali molto simpatici» afferma Giuseppe Visigalli, veterinario della Sivae. Però la convivenza con quasi tutti gli altri animali domestici è molto problematica.

Quanto vivono
Questi roditori non vivono a lungo, un paio di anni, tre al massimo. Se una persona pensa di avere dei ratti con sé per più tempo, a un certo punto dovrebbe unire al suo o ai suoi ratti adulti, un paio di giovani. Non solo si terranno compagnia, ma i grandi educheranno i piccoli.

I ratti sono onnivori e mangiano di tutto, prediligono però la dieta mediterranea.
Foto © Walt Disney/Pixar
La “cuccia”

Le misure minime della gabbia sono cm 60 x 30 x 40, ma è meglio se è più grande. Vanno bene quelle per cavie e conigli che si trovano nei negozi per animali. Nella gabbia bisogna collocare una casetta di legno (non impregnato di vernici o sostanze tossiche) dove gli animali si possono rifugiare. Ai ratti piace giocare e quindi tutti i passatempi per esempio le ruote a tunnel (come quella dei criceti), le scale di legno, i ripiani, le scatole, sono sempre molto graditi.
Alcuni ratti imparano a usare la cassettina igienica per i loro bisogni. La gabbia va pulita come minimo una volta alla settimana, usando detergenti e disinfettanti poco profumati. Contrariamente a quel che si pensa, ai ratti piace stare nel pulito. Li si può anche abituare a fare il bagno.
L’acqua da bere va messa in un beverino attaccato alla gabbia, i ratti sono un po’ maldestri e una ciotola verrebbe subito rovesciata.

Farli sgranchire un po’
Ogni tanto è bene fare uscire i ratti dalla gabbia, ma sempre seguendoli con molta attenzione. Si infilano ovunque, si nascondono, rosicchiano tutto o quasi, alcuni scelgono i mobili, altri preferiscono i vestiti, altri ancora i fili elettrici. Inoltre molte piante d’appartamento sono tossiche per i ratti.

Il ratto fa le “fusa”
Quando è contento il ratto sfrega ripetutamente i denti superiori contro gli inferiori, facendo un leggero rumore, che equivale alle fusa del gatto. Ma lo stesso comportamento si può avere anche in situazioni di stress.

Come nutrilrli
Il ratto è un onnivoro. Mangia un po’ di tutto e ha però una predilezione per la dieta mediterranea e adora le verdure. Per

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questo «I cibi per gatti non vanno bene - afferma Elena Vanin, creatrice del sito Ratti amici - sono troppo ricchi di proteine». In alcuni, rari, negozi si trovano alimenti appositi, ma si può anche pensare a una buona dieta casalinga. Usando come base un miscuglio di frumento, avena, orzo e miglio, a cui aggiungere verdure e frutti (diversificati e a temperatura ambiente). La carne, bollita, un paio di volte alla settimana. I ratti gradiscono anche i latticini, per esempio la ricotta e lo yogurt, ogni tanto il pesce (cotto) e qualche goloseria (mais, uva, anguria, carote). Le nocciole intere e la pasta cruda se consumata con regolarità servono per “limare” i denti che crescono continuamente. Vanin consiglia comunque di aggiungere anche le vitamine. Assolutamente vietati: banane verdi, patate germogliate o “verdi”, fagioli crudi, cavolo e cavolini crudi, liquirizia e bibite gasate.

Ratti untori?
È il punto cruciale: i ratti portano orribili malattie. Ma, attenzione, le portano, ovvero le trasportano, non le creano. Chiunque nasca e viva in una fogna o in un ambiente sporco e degradato porta con sé malattie varie. Un ratto nato in casa da una madre in buona salute e vissuto in un ambiente sano, di per sé non porta malattie. E comunque è bene fare visite periodiche di controllo presso i veterinari specializzati, per monitorare lo stato di salute del nostro particolare amico a quattro zampe.

23 novembre 2007
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