La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha di recente completato l'ultima campagna di esplorazione dell'Oceano Atlantico Occidentale, la Windows to the Deep 2018. Il 1 luglio scorso la nave di ricerca Okeanos Explorer ha condotto l'ultima di 17 immersioni al largo degli Stati Uniti sudorientali, con un veicolo manovrato da remoto (ROV) che si è avventurato lungo i pendii di una delle più imponenti frane sottomarine della costa orientale, la Currituck Landslide.
Questo smottamento di sedimenti sul fondale si consumò tra 24 e 50 mila anni fa, e da allora non ci sono più stati cambiamenti di rilievo: lo studio di questa formazione è importante perché eventi di questo tipo sono all'origine del 15% di tutti gli tsunami.
In buona compagnia. Dal punto di vista biologico, gli incontri più interessanti sono stati quelli con una specie di anemone non identificata, a 1.878 metri di profondità (foto di apertura), con un pesce osseo abissale dall'aspetto molto primitivo e con un idroide che forma colonie in quest'area.




Anche nelle immersioni precedenti erano state individuate specie interessanti: le foto qui sotto si riferiscono alla precedente immersione, la sedicesima.




In una precedente occasione dall'Okeanos Explorer era stato filmato l'agguato di un'anguilla a un barracuda (l'articolo prosegue dopo il video).
Impresa titanica. L'Okeanos Explorer è l'unica nave di ricerca finanziata dal governo degli Stati Uniti incaricata di esplorare le aree di fondale marino meno conosciute. Se infatti la quasi totalità dei fondali è stata mappata, ma a bassa risoluzione (che rende possibile vedere soltanto "dettagli" più grossi di 5 km), soltanto il 5% del fondo del mare è stato filmato, fotografato e cartografato con maggiore precisione.