Animali

Risolto il mistero del pene a quattro teste dell'echidna

Il pene dell'echidna, un bizzarro mammifero oviparo, ha quattro teste: nell'accopiamento vengono usate a due per volta. Ora sappiamo perché.

Tra i tanti misteri che la natura ci presenta e che stiamo cercando di svelare da decenni, quello del pene dell'echidna (il formichiere spinoso) è uno più affascinanti - e uno dei più strani. Parente di un'altra creatura bizzarra come l'ornitorinco, l'echidna ha un pene che è unico tra i mammiferi, perché ha quattro "teste" invece di una sola; altrettanto curiosamente, l'animale ne usa solo due alla volta durante l'accoppiamento. Per provare a capire il perché di questa strategia unica, un gruppo di ricercatori australiani ha costruito un modello 3D del pene dell'echidna; i risultati della loro analisi sono pubblicati su Sexual Development.

Il pene a quattro teste e la TAC postmortem. L'echidna appartiene ai Monotremata, uno dei tre ordini che compongono i mammiferi e quello meno numeroso, visto che comprende solo cinque specie: l'ornitorinco e quattro diverse echidna. Le differenza tra i Monotremata e il resto dei mammiferi sono tante, ma quella più nota è il fatto che questi animali depongono le uova invece di dare alla luce i cuccioli. Anche la forma del loro pene rientra tra le peculiarità dell'ordine: quello dell'ornitorinco ha due teste, mentre quello delle echidna ne ha quattro, delle quali solo due per volta sono attive.
 
Per capire meglio il funzionamento dell'organo riproduttore il team si è rivolto a un rifugio per animali del Queensland, in Australia, il Currumbin Wildlife Sanctuary, che tra le altre cose si occupa di accogliere esemplari malati o feriti di echidna. Purtroppo non tutti possono venire salvati, e in questi casi il personale del rifugio pratica loro l'eutanasia: il gruppo di ricerca ha lavorato proprio su alcuni esemplari soppressi di echidna istrice (Tachyglossus aculeatus), effettuando una serie di TAC che hanno permesso di ricostruire in 3D il pene dell'animale al computer.

Quattro teste, ma solo due alla volta. In questo modo gli scienziati hanno scoperto la particolare forma del tessuto spugnoso dell'echidna; si tratta della porzione molle dell'organo riproduttore, che si riempie di sangue durante l'erezione, e che negli esseri umani (e nella maggior parte degli altri mammiferi) è una struttura unica. Nelle echidna, invece, il tessuto spugnoso si biforca, e ciascuno dei due rami irrora una coppia di teste: ecco perché, pur avendo un pene con quattro teste, l'echidna ne usa solo due per volta.
 
Il motivo di quest'alternanza potrebbe essere una questione di efficienza: usando solo due teste per volta, l'echidna può far riposare le altre, e alternarle quando si stancano; in questo modo, come è stato verificato sperimentalmente su un'echidna vivo ma anestetizzato, l'animale può eiaculare fino a dieci volte consecutive senza mai doversi fermare - un enorme vantaggio per un maschio che vuole accoppiarsi con più femmine possibile per assicurarsi una prole.

19 giugno 2021 Gabriele Ferrari
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