Dopo vent'anni di studi, analisi e diottrie perse, un team internazionale di scienziati guidato dall'erpetologo Frank Glaw della Bavarian State Collection of Zoology è riuscito a identificare una nuova specie di geco, e ha pubblicato i risultati dei propri studi sul German Journal of Herpetology. Come mai ci hanno messo così tanto? C'entra in parte il lungo e laborioso processo di identificazione tassonomica che permette di affermare con certezza di trovarsi di fronte a una nuova specie; e in parte, probabilmente, anche il fatto che il geco Uroplatus garamaso è un maestro di mimetismo, come dimostra la foto che trovate in apertura del pezzo: riuscite a distinguere l'animale dal ramo su cui è appollaiato? La soluzione non è a pag. 46 come da tradizione, ma in fondo al pezzo.
Specie nuova? Uroplatus garamaso è stato scoperto per la prima volta nel 2000, e al tempo indicato come appartenente a un'altra specie di geco molto simile, Uroplatus henkeli, il geco coda a foglia di Henkel – un rettile endemico delle foreste del Madagascar e la cui caratteristica più evidente è quella suggerita dal suo nome comune: una coda che ricorda (molto) da vicino una normalissima foglia, e che è fondamentale per il mimetismo dell'animale. Il nuovo geco era quindi quella che viene comunemente definita "specie criptica": sapevamo della sua esistenza, ma non avevamo ancora condotto gli studi necessari (genetici, morfologici, geografici) a collocarlo in maniera definitiva in una nuova specie. Ora, dopo 23 anni, la missione è compiuta: per darvi un'idea di quanto sia stata complicata, una delle caratteristiche decisive per distinguere Uroplatus henkeli da garamaso è il colore della punta della lingua, rosa nel primo e nera nel secondo.
La soluzione è… Come detto, poi, Uroplatus garamaso non è un geco facilissimo da studiare in natura perché, come i suoi parenti, ha un talento enorme nel mimetizzarsi: oltre alla forma della coda e al colore delle squame, ha sviluppato delle strutture sulla pelle che gli permettono di aderire con tutto il corpo ai rami degli alberi, rendendolo sostanzialmente indistinguibile dal suo sfondo. E se arrivati a questo punto non l'avete ancora identificato, eccovi la soluzione promessa.