La nacchera (Pinna nobilis) è un grande mollusco bivalve, lungo anche oltre 1 metro, che abita solo nel Mar Mediterraneo, spesso nelle praterie di posidonia. Oltre che dalla raccolta illegale e dall’inquinamento, le popolazioni di questa specie sono minacciate da un protozoo parassita, identificato come nuova specie e descritto sul Journal of invertebrate pathology.
Il parassita è stato chiamato Haplosporidium pinnae, appunto perché colpisce la Pinna nobilis. Tra gli autori del lavoro c’è anche l’italiano Gaetano Catanese, del Laboratorio de Investigaciones Marinas y Acuicultura delle Isole Baleari (Spagna).


Il ciclo di vita del parassita, che appartiene al phylum dei Cercozoa, è piuttosto complesso, ma sembra che il danno al mollusco derivi dalla proliferazione delle cellule del mortale ospite nella sua ghiandola digestiva. Questo riduce progressivamente l’alimentazione dell’animale e infine lo uccide.

La strage. La mortalità causata dal parassita ha colpito tutte le popolazioni di nacchera della costa spagnola e si sta propagando a più punti della Francia, della Tunisia e - sembra - della Turchia.
L’Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN) ha avvertito i Paesi del Mediterraneo della “situazione di emergenza”in cui si trova la Pinna nobilis; sono ora in fase di implementazione diverse azioni per la conservazione della specie a rischio estinzione.
Per esempio, le autorità spagnole hanno cominciato a portare in centri di ricerca un paio di centinaia di esemplari di nacchera, per mantenerli vivi e reintrodurli poi nel loro ambiente quando la situazione sarà migliore.
I nostri mari. In Italia casi di mortalità sono già stati osservati in Sicilia, Puglia, Campania e Sardegna: «Nel Sinis, sulla costa occidentale della Sardegna, la mortalità è altissima», riferisce Egidio Trainito, subacqueo esperto (autore dell’Atlante di flora & fauna del Mediterraneo, ed. Il Castello). Per monitorare la situazione, che è piuttosto grave, sono al lavoro task force dell’Iamc - Cnr, l'Istituto per l'ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche.


Secondo Andrea De Lucia, dell’Iamc, «quello che sappiamo è che si stanno verificando morie un po’ in tutti i mari italiani che ospitano le popolazioni di pinne. Finché non saranno terminate le analisi zooprofilattiche non potremo esserne sicuri, ma è molto probabile che il “colpevole” sia la nuova specie di parassita».