Quando una battaglia è conclusa, le formiche Matabele (Megaponera analis), tipiche di alcuni stati africani, contano i feriti: questi insetti sociali lunghi un paio di centimetri si nutrono soprattutto di tèrmiti (sono termitofaghe), che scovano sottoterra, nella savana, e attaccano in battaglioni di centinaia di esemplari. Un terzo degli individui coinvolti nei raid, prima o poi, perde un arto: a quel punto scatta una macchina di pronto soccorso molto efficiente e con poche corrispondenze nel resto del mondo animale.
Disinfettate. Era noto che le formiche ancora sane raccolgono quelle ferite e le portano nella colonia, ma ora si è scoperto anche che puliscono e leccano le loro lesioni, forse somministrando una sostanza antibiotica che previene le infezioni. Gli ecologi dell'Università di Wurzburg (Germania) che hanno studiato questi insetti in nidi artificiali nel Parco nazionale di Comoé, in Costa d'Avorio, hanno scoperto che il trattamento di "pulizia" dura fino a 4 minuti e che il 90% delle formiche ferite che vi si sottopone supera le 24 ore successive. Quelle che non lo ricevono muoiono nell'80% dei casi.
Triage sul campo. Per capire chi valga la pena salvare queste formiche si affidano ai feromoni emessi dalle compagne in difficoltà, ma anche a un semplice codice visivo: quando possono, le compagne ferite si rimettono sulle proprie zampe, in posizione di riposo. Da quella posizione possono rilasciare feromoni ed essere sollevate. Quelle troppo deboli per "rialzarsi", probabilmente non si salverebbero comunque e vengono lasciate dove sono. Nel video del Guardian, qui sotto, potete vederle in azione: