La Mongolia è il Paese con la densità di popolazione più bassa del mondo: tre milioni di persone abitano un territorio di 1,5 milioni di km2, il che significa appena due persone per km2. Eppure, nonostante questo, persino in Mongolia la distruzione dell'habitat sta causando sempre più contatti indesiderati tra animali selvatici ed esseri umani.
Greggi decimate. I lupi, in particolare, stanno diventando un problema in un Paese nel quale l'allevamento è l'attività principale del 50% della popolazione. Un nuovo studio pubblicato su Mammalian Biology dimostra che c'è un modo molto semplice per evitare che le greggi dei pastori mongoli vengano decimate: i lupi, infatti, mangiano bestiame solo se sono obbligati, e se possono scegliere preferiscono prede selvatiche.
Nello studio, condotto da Nina Tiralla dell'università di Göttingen insieme a due colleghi del Senckenberg Museum, si legge che la Mongolia sta attraversando negli ultimi decenni una profonda trasformazione: la transizione verso un'economia di libero mercato ha portato all'esplosione delle attività venatorie a scopi commerciali, che stanno riducendo drasticamente le popolazioni selvatiche, e contemporaneamente a un boom nel mercato del bestiame: all'inizio degli anni Novanta, in Mongolia, c'erano circa 25 milioni di capi, che nel 2015 sono diventati 56 milioni.
i lupi mongoli. La conseguenza di questa esplosione è che ormai più di un terzo del territorio mongolo è sfruttato come pascolo, e metà della popolazione si guadagna da vivere grazie all'allevamento; e che molte specie selvatiche si trovano costrette a interagire sempre più spesso con noi umani: tre studi diversi condotti negli scorsi anni hanno dimostrato che i lupi mongoli si nutrono principalmente di bestiame.
Tiralla ha però messo in discussione questo assunto: gli studi precedenti, secondo lei, sono stati condotti in aree ecologicamente compromesse e a bassa biodiversità, mentre mancano studi sui lupi che abitano in zone più selvatiche e meno a contatto con l'uomo.
l'habitat dei lupi. La biologa ha quindi raccolto e analizzato campioni di feci di lupi che vivono in ambienti ancora naturali o con scarsa presenza umana (e quindi ad alta biodiversità), e ha scoperto che quando i lupi hanno a disposizione cibo selvatico scelgono sempre quello: la loro dieta consiste al 90% di grandi mammiferi ungulati (in particolare il capriolo siberiano), e per il restante 10% di piccoli mammiferi, per esempio topi o lepri. Nessuna traccia di animali domestici, a dimostrazione che i lupi sono un problema per il bestiame solo se non si lascia loro alternativa, e che il modo migliore per evitare lo scontro è tutelare la loro casa.