Animali

L'orso polare e il cane, la scienza di un video virale

No, l'orso bianco nel filmato che gira online non sta accarezzando l'husky, ma giocando con una potenziale preda, in una situazione innaturale e pericolosa creata (e male interpretata) dall'uomo.

In molti negli ultimi giorni si sono imbattuti in un video che sembra creato apposta per entrare in clima natalizio: per 35 secondi, un orso polare pare accarezzare teneramente un husky nel contesto freddo e inospitale della cittadina di Churchill, nella provincia canadese di Manitoba. Il filmato è stato salutato come esempio di amicizia tra animali, e l'orso come "gigante gentile".

Come tuttavia spesso accade, la realtà è un po' meno melensa della comune interpretazione. L'orso non sta accarezzando un amico a quattro zampe: sta giocando con una potenziale preda, in una situazione del tutto innaturale, pericolosa per entrambi gli animali coinvolti.

Clicca per attivare la GIF. © David de Meulles

l'altro lato della medaglia. Il proprietario del cane, Brian Ladoon, gestisce un allevamento di husky nella città. Quando il video è divenuto virale, Ladoon ha descritto l'interazione tra l'orso e il quadrupede come il "volere della Natura".

Ma all'indomani della diffusione del filmato, le autorità del Manitoba Sustainable Development hanno fatto sapere che la scorsa settimana, tre orsi sono stati rimossi a forza dalla proprietà di Ladoon: uno di loro aveva infatti ucciso un cane, e altri due, una mamma e un cucciolo, sono stati allontanati perché erano stati nutriti ripetutamente dall'uomo, e il loro comportamento iniziava a destare segni di preoccupazione.

Dipendenti. «Quello è stato l'unico giorno che non abbiamo dato da mangiare agli orsi, l'unica notte che non abbiamo messo fuori nulla» ha confessato Ladoon. Nutrire predatori selvatici e in pericolo come gli orsi è severamente proibito dalla legge. Questo comportamento abitua gli animali ad avvicinarsi all'uomo in cerca di cibo, e mette seriamente in pericolo la loro vita e quella delle popolazioni che abitano a contatto con essi.

In trappola. Ladoon racconta di aver nutrito gli orsi per proteggere i cani del suo allevamento dall'attacco dei predatori: ma secondo Ian Stirling, professore dell'Università di Alberta, gli Inuit sostengono da tempo che se si vuole che un cane faccia da guardia e si sappia difendere, non lo si può tenere incatenato, perché in questo modo lo si rende vulnerabile e incline alla sottomissione (oltre a impedirgli di scappare).

Ladoon, consapevole dell'interesse dei turisti per gli orsi, ha usato a lungo i suoi cani come "esca", per attirare gli animali e instaurare tra prede e predatori un innaturale rapporto ad uso e consumo degli spettatori.

Distorsione. L'intera vicenda è stata poi letta, come spesso accade, con il filtro dell'antropomorfizzazione: la proiezione dei sentimenti umani sugli animali. Questa lettura è fuorviante perché impone ai predatori un carico di aspettative e un codice morale che questi animali, per natura, non possono seguire.

è la rete, bellezza. È la tendenza dominante da quando i video di animali selvatici hanno perso il valore documentario per assumere quello di intrattenimento social: la natura selvaggia viene prelevata dal suo contesto per divertire, essere condivisa e tirarci su di morale. Ma i predatori non possono diventare l'estensione del nostro desiderio di "like".

21 novembre 2016 Elisabetta Intini
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