Gli elefanti africani sono in pericolo di estinzione: fa quindi un certo effetto scoprire, come riportato per primo dal Guardian, che c'è un Paese africano che ha appena ordinato l'abbattimento di 200 capi. Si tratta dello Zimbabwe, che in realtà non è nuovo a queste scelte: il primo abbattimento di massa fu ordinato dal governo addirittura nel 1965, e da allora ne sono seguiti parecchi – anche se l'ultimo in ordine di tempo risale al 1988, e quello di quest'anno è dunque un "grande ritorno" del quale gli elefanti avrebbero fatto volentieri a meno.
Perché abbattere gli elefanti? Ovviamente, la decisione di abbattere 200 elefanti africani da parte di ZimParks, l'ente che si occupa della gestione della fauna in Zimbabwe, non è arrivata per caso, o per pura cattiveria.
Il Paese è da un paio d'anni nella morsa di una siccità devastante causata da El Niño, che ha portato il governo a dichiarare lo stato di disastro a livello nazionale nel mese di aprile. Siccità che ha causato la morte di decine di elefanti nel 2023, ma anche a un crollo dei raccolti che minaccia di far precipitare lo Zimbabwe in una tremenda carestia. Nel Paese vivono circa 100.000 elefanti africani, che secondo il governo sono "più di quelli che servono": la decisione di abbatterne 200 è direttamente collegata alla siccità.
Le conseguenze della strage. La tutela degli elefanti, infatti, richiede l'uso di grandi quantità d'acqua, che è sempre più rara nel Paese. Inoltre, abbattere 200 capi potrebbe essere una soluzione alla carenza di cibo: il ministro dell'ambiente dello Zimbabwe, Sithembiso Nyoni, ha annunciato che ZimParks sta già lavorando con alcune comunità locali per organizzare la preparazione e distribuzione della carne di elefante. Ci sono però grossi dubbi su questi abbattimenti: oltre a lanciare un messaggio negativo in termini di conservazione di una specie in pericolo, gli esperti mettono in guardia contro le possibili conseguenze sull'ecosistema (alla stabilità del quale gli elefanti contribuiscono in maniera decisiva) e quindi su tutto il resto della fauna del Paese.