Ammettiamolo: di paura ne fa tanta. E nessuno vorrebbe trovarselo davanti, durante una nuotata. Ma da qui a sperare che lo squalo scompaia del tutto, ce ne passa. E invece è quello che sta accadendo. Con gravi conseguenze per l'ecosistema marino. Secondo uno studio congiunto di tre università americane, pubblicato su Science, la razzia di squali nell'Atlantico, che ne ha ridotto il numero della metà in meno di vent'anni, si sta rivelando un boomerang per i pescatori.
Senza il grande predatore tra le pinne infatti proliferano i predatori intermedi, i quali obbedendo alla legge “pesce grande mangia pesce piccolo”, eliminano i pesci prima che finiscano nelle reti. Lo studio rivela che tra il 1970 e il 2005, tra le 12 e le 14 specie (tradizionalmente prede degli squali) hanno aumentato la loro consistenza a danno di altri pesci, come le capesante su cui per secoli si è retta l'attività ittica nel nord Atlantico.
In altre parole pochi squali in giro, meno pesce sulla tavola.