Il giallo dell'estate, almeno se vi interessate di squali, è finalmente stato risolto: abbiamo scoperto (come documentato da uno studio pubblicato su Frontiers in Marine Science) chi è stato a uccidere la femmina di squalo smeriglio che è stata trovata morta alle Bermuda. Il colpevole è… un altro squalo, in quello che è il primo caso documentato di predazione di questo tipo. L'affascinante dilemma è stato risolto grazie a un tag satellitare, e ci lascia più di una preoccupazione sul futuro della specie.
A caccia del tag. La storia dello smeriglio assassinato comincia al largo di Cape Cod, in Massachusetts, dove il team americano ha catturato, nel 2020, uno squalo, e l'ha equipaggiata con due tipi diversi di tag: uno montato sulla pinna posteriore, un altro di tipo "pop-off", che si attacca sul corpo e lì rimane, registrando ogni movimento dell'animale fino a quando non si stacca e fluttua fino alla superficie, dove può venire raccolto dai ricercatori.
Lo smeriglio in questione era una femmina incinta di oltre 2 metri di lunghezza; l'animale è stato seguito a distanza per qualche mese, fino a che i segnali dei due tag hanno iniziato a dare indicazioni di non facile interpretazione: dopo il marzo 2021, lo squalo ha cominciato a nuotare in acque a una temperatura costante di 22 °C, e molto più profonde del solito.
Chi è il colpevole? Questi dati hanno fatto pensare al team che fosse successo qualcosa allo squalo – nello specifico, che fosse stato vittima di predazione. La temperatura costante era conseguenza del fatto che il tag era stato inghiottito da un animale più grosso, e lo stesso vale per l'aumento di profondità del nuoto. E infatti, seguendo la geolocalizzazione del tag, gli scienziati lo hanno ritrovato a galleggiare nelle acque delle Bermuda, dopo essere stato "espulso" dal predatore che si era pappato lo smeriglio.
Ulteriori analisi dei dati hanno permesso infine di identificare il responsabile: un altro squalo, per la precisione uno squalo bianco. Si tratta della prima testimonianza di un evento di predazione di questo tipo, e il fatto che lo smeriglio (considerato vulnerabile dall'IUCN) abbia un tasso di riproduzione molto basso fa sorgere qualche preoccupazione sulla sopravvivenza della specie.