A chi vive con un cane sarà successo varie volte: tornate a casa, scoprite un guaio e, poco distante, trovate l'autore del misfatto rannicchiato, che vi mostra il bianco degli occhi, con le orecchie ritratte, mentre sbadiglia con noncuranza o finge di leccare l'aria. Non è uno sguardo colpevole, come subito si potrebbe pensare. Piuttosto, è l'espressione di un comportamento molto più elementare: la paura.
il filtro dell'uomo. Come ricorda un articolo pubblicato sull'edizione australiana di Business Insider, spesso attribuiamo agli animali sentimenti tipicamente umani. Questo è uno di quei classici casi di antropomorfizzazione (ne abbiamo visti altri, all'origine di clamorosi equivoci).
Non starai mica per sgridarmi? Un esperimento condotto nel 2009 dalla psicologa canina Alexandra Horowitz ha dimostrato che i cani mostrano l'insieme di atteggiamenti che i padroni associano al senso di colpa quando hanno paura di essere sgridati perché vedono nell'uomo la postura e i gesti tipici di un'arrabbiatura, e non quando si rendono conto di aver combinato un guaio.
Il problema di fondo. Del resto non sappiamo nemmeno se i cani possano avvertire il senso di colpa. Per farlo, dovrebbero saper riflettere sulle azioni passate, e decidere di aver fatto qualcosa di sbagliato. Al momento, non esistono evidenze scientifiche di questa capacità di pianificazione delle azioni future e giudizio su quelle passate, un complesso di doti cognitive note come funzioni esecutive. Ma per saperne di più, non perdete il nuovo numero di Focus in edicola.