Durante la finale degli Europei di calcio 2016, le migliaia di falene arrivate nello Stade de France hanno rischiato di rubare la scena ai giocatori del Portogallo (una di esse ha persino tentato di consolare Cristiano Ronaldo, in lacrime per l'infortunio). Come spiegare l'assalto calcistico dei lepidotteri?
senza via di uscita. All'invasione hanno contribuito tre fattori principali. Il primo è, naturalmente, l'illuminazione a giorno dell'impianto. Le falene sono attratte dalla luce, e la forma dello stadio a Saint Denis - con le luci disposte ad anello, e rivolte verso l'interno - ha fatto sì che gli insetti attirati dai fari non riuscissero più a uscire dalla struttura, rimanendo intrappolati tra gli spalti.
In anticipo. Ma non è certo l'unico stadio progettato in questo modo, e raramente si era assistito a un simile turbinio d'ali. E qui entra in gioco il secondo fattore. Le luci dello stadio sono rimaste accese anche la sera prima della partita, probabilmente per questioni legate alla sicurezza.
I lepidotteri hanno avuto quindi un'intera notte a disposizione per entrare, indisturbati, in una struttura illuminata e deserta. Quando gli spettatori hanno iniziato ad arrivare, nel pomeriggio, le falene stavano finendo il loro riposo diurno, e ai fischi d'inizio erano pronte a iniziare la loro "giornata".
A metà strada. C'è poi il terzo, rilevante fattore. Quasi tutte le falene inquadrate erano Autographa gamma, una specie riconoscibile per la macchia a forma di "Y" presente al centro delle ali, che durante l'estate migra dal Nord Africa alla Gran Bretagna per riprodursi, passando sopra alla Francia.
Negli anni "buoni", questo viaggio è compiuto da circa 250 milioni di esemplari. La finale Portogallo-Francia deve avere intercettato questa migrazione. Fortunatamente, questa sera le luci dello stadio rimaranno spente, permettendo alle falene che si fossero attardate di riprendere il loro viaggio.