Abbiamo scoperto di recente un nuovo metodo elaborato per studiare gli spostamenti delle formiche del deserto, che a differenza delle loro simili navigano il proprio ambiente basandosi su input visivi. Il problema nell'ambiente desertico è che non sempre questi input sono a disposizione: un'immensa distesa di sabbia piatta è difficile da navigare senza pietre miliari da usare come punti di riferimento.
È per questo motivo che molte di queste specie costruiscono i loro nidi in posizioni sopraelevate. Ed è sempre per questo che, come rivela uno studio pubblicato su Current Biology, quando sono costrette a costruire il nido in un luogo senza punti di riferimento, le formiche del deserto se li costruiscono da sole, erigendo piccole montagnette di sabbia.
"Io vivo qui". Le formiche studiate sono della specie Cataglyphis fortis (parente di quella protagonista dello studio citato all'inizio dell'articolo, Cataglyphis velox). Abitano nelle saline del Nord Africa – quelle studiate, in particolare, vengono dalla Tunisia –, dove riescono a sopravvivere nonostante un ambiente estremo dal punto di vista climatico e, soprattutto, quasi sempre uguale a sé stesso.
Osservando le loro scelte architettoniche, abbiamo scoperto che ci sono differenze anche all'interno della stessa specie tra le formiche che costruiscono il nido vicino a cespugli o altri punti di riferimento, e quelle che invece sono costrette a farlo in mezzo alla salina. Queste ultime decorano infatti l'ingresso del loro nido con una collinetta artificiale di sabbia, eretta come punto di riferimento per aiutare le raccoglitrici a ritrovare la strada di casa.
Ingegneria civile. Gli scienziati del Max Planck Institute For Chemical Ecology hanno quindi provato a rimuovere queste collinette, e a osservare come reagivano le formiche. La prima cosa che hanno notato è che il 20% delle raccoglitrici non sono riuscite a ritrovare il nido e sono morte di stenti in mezzo alla salina. La seconda è che, nei nidi privati di punti di riferimento, le operaie si rimettevano subito al lavoro per costruirne di nuovi. A meno che, ed è il terzo importante dettaglio osservato, il team non intervenisse piazzando di fronte al nido un punto di riferimento artificiale (dei piccoli cilindri neri): in questo caso le formiche ringraziavano e cominciavano a usare le strutture per orientarsi e tornare al nido.
C'è una cosa che ancora non sappiamo, però: le formiche che costruiscono le pietre miliari e quelle che lasciano il nido in cerca di cibo appartengono a due caste diverse.
Come fanno le seconde a comunicare alle prime che c'è bisogno di un lavoro di architettura? A riguardo ci sono solo ipotesi: per esempio, le costruttrici potrebbero notare che sempre meno raccoglitrici tornano a casa, e reagire mettendosi al lavoro su un nuovo punto di riferimento – una sorta di faro nel deserto.