Mentre la NASA mette in campo i suoi mezzi e le sue tecnologie per evitare una strage tra le tartarughe marine del Golfo del Messico, un piccolo centro faunistico della Florida le salva dal petrolio grazie alla... maionese. (Riccardo Galli, 15 ottobre 2010)
Se durante una visita al Turtle Hospital di Marathon (Florida) vi imbattete in un distinto signore che sta spalmando della maionese su una tartaruga (viva), non spaventatevi: non è un amante della cucina esotica alle prese con un macabro spuntino, ma Ryan Butt, il direttore del centro faunistico, che sta ripulendo dal petrolio e dal catrame una vittima del disastro della Deep Water Horizon. La maionese infatti, contenendo olio in abbondanza, si lega al catrame che in questo modo può essere rimosso asciugando l’animale con una salvietta. Non solo: è molto sicura anche dal punto di vista dermatologico e può essere utilizzata per liberare dalle sostanze tossiche anche narici, bocca e occhi delle testuggini. E la cosa sembra funzionare davvero, visto che Butt ha salvato con questo sistema decine di animali.
Secondo Butt petrolio e catrame hanno ormai invaso i sargassi, alghe scure che vivono in superficie e che offrono alle testuggini cibo e riparo (guarda qui la macchia di petrolio vista dal satellite). Nuotando tra queste alghe le tartarughe si ricoprono di uno spesso strato di sostanze oleose e tossiche che finisce per soffocarle.
Secondo i dati diffusi dalla National Oceanic and Atmospheric Administration la chiazza di greggio e gli incendi controllati appiccati dalla BP per contenerla hanno causato la morte di 525 tartarughe.
La buona notizia
Per salvare queste simpatiche creature marine è intervenuta addirittura la NASA che ha spostato 28mila uova dalla Louisiana alla Florida permettendo fino ad oggi la nascita di almeno 15.000 tartarughine.