La Georgia del Sud è un'isola (e un arcipelago con lo stesso nome) nell'Oceano Atlantico meridionale che appartiene politicamente al Regno Unito, del quale è un cosiddetto territorio d'oltremare. Politicamente è stata teatro di scontri tra l'impero britannico e l'Argentina, mentre scientificamente è di grande interesse perché è un luogo difficile da raggiungere e dunque ancora relativamente vergine. O almeno così credevamo: un nuovo studio pubblicato su Neobiota rivela che il riscaldamento globale sta causando l'arrivo in massa di specie invasive che colonizzano i territori lasciati scoperti dai ghiacciai che si sciolgono, "rubando" in questo modo spazio a quelle native, mettendo a rischio l'intero ecosistema.
Dai ratti alle piante. La Georgia del Sud è disabitata, ed è quasi interamente coperta di ghiacciai. O meglio, lo era fino a quando le temperature hanno cominciato ad alzarsi, e i ghiacci a sciogliersi, scoprendo vaste porzioni di terreno pronto da colonizzare (biologicamente). A questo problema si unisce il fatto che, già nel XIX secolo, l'attività umana – in particolare quella di balenieri e cacciatori di foche – ha introdotto diverse specie aliene: le più dannose, cioè renne e ratti, sono state sterminate nell'ultimo decennio per "liberare" l'isola, ma ce ne sono parecchie altre, e non solo animali, che resistono, e anzi prosperano ora che le temperature sono più alte.
Specie pioniere. Molte di queste sono cosiddette specie pioniere, che non hanno grandi esigenze in termini di cibo e altre risorse e colonizzano dunque terreni spogli e ancora sterili, contribuendo ad arricchirli di biodiversità. E quello che rimane dopo che un ghiacciaio si è sciolto è esattamente questo tipo di terreno.
Sostituzione botanica. Il team guidato da Pierre Tichit dell'università di Durham, in Inghilterra, ha analizzato e catalogato tutte le specie presenti nelle aree intorno ai sei ghiacciai principali dell'isola, dove ghiaccio e neve sono stati sostituiti da rocce e ghiaia. E qui ha trovato un ampio catalogo di specie invasive, che vanno a occupare nicchie che altrimenti sarebbero state appannaggio di quelle locali. Due piante in particolare hanno attirato l'attenzione del team: la fienarola (presente anche in Italia) e Cerastium fontanum, anch'essa nativa dell'Europa; entrambe si sono diffuse a una velocità molto superiore a quella delle specie locali, che non hanno quindi terreno fertile dove attecchire. Con il passare degli anni e l'ulteriore ritiro dei ghiacciai, queste piante rischiano di diventare le specie dominanti nella Georgia del Sud, portando alla riduzione o forse addirittura all'estinzione quelle locali.