Avete mai visto seppie con occhiali 3D piazzati sul naso? Ovviamente no. Eppure ce sono... Alcuni esemplari, per dire, si trovano nei laboratori di biologia marina dell'Università del Minnesota e sono le protagoniste di un esperimento condotto da un team di ricercatori per cercare di capire come funziona la capacità di questi invertebrati di percepire la profondità. Il risultato lo potete vedere nel video qui sotto.
Dopo un primo esperimento con le mantidi è toccato alle seppie indossare gli occhialetti 3D e godersi l'esperienza immersiva di un film dove i protagonisti erano gamberetti, cibo succulento per le seppie. Gli scienziati hanno così potuto osservare la seppia di turno orientare il proprio corpo nello spazio in funzione del comportamento del "gamberetto 3D", e attaccare (inutilmente, dato che il gamberetto in realtà non c'era!) per catturarlo.
Cosa c'è di speciale? Le seppie hanno, come noi esseri umani, la visione stereoscopica: sono cioè in grado di elaborare i segnali visivi che arrivano in due punti diversi (gli occhi) in un'immagine unica. Rispetto a noi, però, hanno due occhi che si muovono in maniera indipendente: il fatto che riescano comunque a elaborare gli stimoli visivi e a comportarsi di conseguenza indica un'avanzata capacità di percepire la profondità – sott'acqua, oltretutto, dove noi facciamo fatica a tenere gli occhi aperti.
Secondo il team di ricerca, tra l'altro, la loro visione stereoscopica "si basa su un algoritmo cerebrale diverso dal nostro, e del quale non conosciamo le basi neurologiche": questo dimostrerebbe che la visione stereoscopica non si è evoluta una volta sola nella storia della vita, ma diverse volte, e basandosi su metodi sempre diversi.