Sul finire del 1700, i pescatori dell'Amazzonia andavano a pesca di elettrofori (Electrophorus electricus, impropriamente chiamati "anguille elettriche", pur non essendo anguilliformi) usando i cavalli: i pesci sfogavano i loro organi elettrici attaccando le zampe dei poveri equini, e una volta sfiniti divenivano facili prede per l'uomo.
La crudele pratica - che finiva per uccidere alcuni cavalli - fu descritta nel 1807 dal naturalista e botanico tedesco Alexander von Humboldt, ma nessuno, dopo quei racconti, aveva mai assistito ai salti elettrici di questi animali. Fino ad oggi.
Colto sul fatto. Kenneth Catania, dell'Università di Vanderbilt di Nashville, Tennessee, ha documentato il comportamento difensivo degli elettrofori nel video che vedete qui sopra (tratto dal sito di Science) e in un articolo pubblicato su PNAS.
Nel filmato, l'elettroforo balza fuori dall'acqua per elettrificare la testa di plastica e per metà sommersa di un coccodrillo, e poi un braccio finto, entrambi cosparsi di LED che si illuminano in risposta alla scarica elettrica ricevuta dall'animale.
Scarica letale. Non solo. Mano a mano che l'animale esce dall'acqua, la resistenza elettrica del suo corpo aumenta, e con essa l'intensità dell'attacco, che in un'occasione è salita da 10 a 300 volt.
A stretto contatto. Gli elettrofori, della famiglia dei Gymnotiformes, creature d'acqua dolce anche chiamate "pesci coltello" (per la forma allungata), possiedono tre paia di organi elettrici addominali, che nel video appaiono sempre adesi al corpo della preda.
Caccia e autodifesa. In genere li usano per generare deboli campi elettrici nell'acqua, e localizzare più facilmente altri piccoli pesci o invertebrati; ma le scariche servono anche per immobilizzare i muscoli della preda - o di un "intruso" come in questo caso.
Catania si è accorto di questo secondo utilizzo quasi per caso: mentre provava a pescare un elettroforo da un acquario, ha visto che l'animale attaccava la rete metallica che teneva in mano.
Un'arma in più. Secondo i biologi, questo comportamento rende i pesci meno vulnerabili ai predatori durante i periodi di secca, quando rimangono intrappolati in basse sacche d'acqua nel Rio delle Amazzoni.