Pochi animali sono natalizi come le renne, le magiche bestie da traino di Babbo Natale che trascinano in volo la sua slitta in tutto il mondo. Ovviamente le renne non volano, ma è vero che sono animali speciali, dotati di veri e propri superpoteri che hanno sviluppato come adattamento al rigido ambiente nel quale vivono. Ora, per la prima volta, un progetto di ricerca (il Ruminant Genome Project) ha mappato il loro genoma nel tentativo di scoprire le basi genetiche delle loro peculiarità, e i risultati fanno pensare che anche l'uomo potrebbe imparare molto da loro.
Superpoteri ruminanti. Nel mondo ci sono circa 5 milioni di renne, diffuse nelle zone più fredde dell'emisfero settentrionale; vivono in condizioni estreme, tra temperature bassissime, scarsità di cibo e interi mesi di buio. Per sopravvivere, le renne si sono dovute adattare, sviluppando per esempio occhi che cambiano colore a seconda della stagione come fossero occhiali da sole) e la capacità di vedere la luce ultravioletta, fondamentale per orientarsi durante le tempeste di neve. Gli adattamenti sui quali si stanno concentrando le attenzioni umane, però, sono due in particolare.
Addio jet lag? Il primo è la capacità di regolare il proprio ciclo circadiano; tutti i mammiferi hanno periodi di maggiore o minore attività metabolica legata all'ora del giorno e alle condizioni di luce, ma le renne (e altri animali polari) devono adattarsi alla particolare situazione dell'artico, dove le giornate, o le nottate, possono durare 24 ore. Il Ruminant Genome Project ha identificato i meccanismi genetici dietro a questa adattabilità, e gli scienziati pensano di poter utilizzare questi risultati per sviluppare una cura contro il jet lag (e forse anche contro la depressione). L'altro superpotere è legato alla loro capacità di rigenerare rapidamente le corna, che quando crescono lo fanno al ritmo di 2,5 centimetri al giorno. I geni che controllano la crescita di queste strutture, si è scoperto, sono legati anche allo sviluppo delle cellule tumorali, il che però non è un problema per le renne, le quali hanno sviluppato efficaci meccanismi di difesa contro il cancro; la speranza è quindi quella di riuscire a identificarli, per poi usarli nella prevenzione dei tumori umani.