L’addomesticazione del gatto si pensa sia abbastanza recente e che sia avvenuta in Mesopotamia, ma ancora poco si sa sulla datazione.
I gatti vivevano con gli Egizi già a partire da circa il 3.000 a. C. Nell'Antico Egitto era un animale sacro, l'incarnazione di Bastet, dea della maternità. Nella foto una statuina trovata recentemente in un antico tempio egizio di Alessandria d'Egitto.
L’antenato del nostro gatto domestico è rappresentato da Felis Lybica (gatto selvatico nordafricano). Con molta probabilità i gatti hanno vissuto in intimo sodalizio con gli umani fin da quando trovarono vantaggioso farlo. Felis Lybica è all’origine del nostro gatto domestico e poiché può accoppiarsi con altre specie di felini, come Felis Chaus (gatto della giungla), nel corso della sua storia è stato introdotto di continuo un nuovo materiale genetico.
Un’altra disputa riguarda la figura in questo processo di addomesticamento del gatto selvatico europeo (Felis Sylvestris). Anatomicamente ci sono poche differenze tra i due (tratto intestinale leggermente più lungo nei domestici, dimensioni leggermente più grandi e pelo più folto nel selvatico. Il tutto rientra in una logica genetica: i gatti che sopravvivono catturando prede vive si adattano ad afferrare quello che trovano. Sia il Norvegese che il Maine Coon, che si sono evoluti per sopravvivere negli inverni freddi, presentano un pelo folto e sono più grandi della media (è questo è il risultato di semplice mutamento genetico). In realtà i fatti contrastano con la possibilità che F. Sylvestris sia nulla più di un influsso marginale.
Infatti sia i gatti selvatici europei che quelli nordafricani possiedono mantelli “tabby”, ma il nordafricano ha una più ampia varietà di colori del mantello ed una maggior affinità con l’essere umano. Mentre il gatto selvatico europeo evita il contatto con gli umani, il suo cugino nordafricano è lieto di vivere in stretta prossimità con noi. Si pensa che i gatti addomesticati si sono diffusi lentamente portati in tutto il mondo da mercanti ed eserciti.