No, almeno non secondo la nostra “percezione del dolore”. La ragione è che il sistema nervoso delle mosche, e degli insetti in generale, è diverso da quello di mammiferi, uccelli e pesci: non possiedono i recettori del dolore, i cosiddetti nocicettori, cellule specializzate in grado di inviare segnali al cervello attraverso il midollo spinale, e non sono in grado di interpretare “emotivamente” gli stimoli esterni.
Molto probabilmente una mosca con un’ala spezzata cercherà di volare di nuovo, perché non prova il segnale doloroso che le sconsiglia di farlo. Accade perché il comportamento delle mosche è in gran parte una funzione della genetica: sono pre-programmate per comportarsi in determinati modi.
Un motivo evoluzionistico è legato alla durata della loro vita: troppo breve (2-3 settimane in media) perché traggano lezioni utili dalle esperienze dolorose.