Morire dopo un ultimo atto di passione può non sembrare il massimo, ma i maschi di mantide religiosa lo fanno per i figli (anche se non li vedranno mai). I loro tessuti aiutano a produrre le uova che la femmina depone dopo l'accoppiamento, e il cannibalismo sembra aiutare le future madri ad aumentare la progenie, come rivela uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B.
Si pensa che il 13-28% dei maschi finisca tra le fauci della partner dopo l'accoppiamento. La femmina conserva lo sperma del maschio e lo usa per fertilizzare le uova che produrrà in un secondo momento. Per capire a cosa serva questo estremo sacrificio, un gruppo di biologi della State University di New York a Fredonia (NY) ha nutrito maschi e femmine di mantide con grilli radioattivi, taggati con isotopi diversi.
Eredità concreta. Poi, gli insetti sono stati lasciati liberi di accoppiarsi. In metà dei casi le femmine hanno pasteggiato col corpo degli amanti; nell'altra metà i poveretti sono stati salvati in tempo. I maschi divorati hanno trasmesso alle partner l'89% dei propri amminoacidi. Quelli risparmiati, soltanto il 25% (attraverso l'eiaculazione).
Se è l'unico modo... I tessuti dei partner erano stati inglobati nel corpo delle femmine: le cannibali, infatti, hanno prodotto in media 88 uova, contro le 37,5 di quelle deposte dalle mantidi rimaste a bocca asciutta. La ricerca supporta l'ipotesi che quello dei maschi di mantide sia una sorta di estremo investimento parentale. Finendo mangiati perdono la possibilità di accoppiarsi di nuovo, ma si assicurano una prole numerosa.