Gli anolidi della Carolina (Anolis carolinensis) lucertole arboricole di color verde brillante, possono fregiarsi di una curiosa strategia difensiva: se minacciati da un predatore, perdono parte della coda, lasciando l'avversario alle prese con l'estremità mentre se la danno a gambe. Nel giro di un paio di mesi, la coda ricresce: una dote invidiabile, che la medicina rigenerativa studia da tempo. Non sarebbe un sogno poter far ricrescere le parti del corpo umano che vengono perse, o danneggiate?
Qualcosa in comune. Ora uno studio pubblicato su PLoS ONE fa luce sul meccanismo che rende possibile il processo di rigenerazione: dipenderebbe in gran parte da geni che questi rettili condividono con i mammiferi, esseri umani inclusi.
I ricercatori dell'Arizona State University hanno individuato almeno 326 geni che si attivano in specifiche regioni della coda in fase di rigenerazione, tra cui geni implicati nello sviluppo embrionale e nella guarigione dalle ferite. 302 di questi "interruttori" genetici sono simili a geni posseduti anche dai mammiferi. «Le lucertole condividono in gran parte gli stessi strumenti genetici dell'uomo» spiega Kenro Kusumi, principale autore dello studio.
Ricrescita peculiare. Altri animali, come le salamandre o alcune specie di pesci, oltre a varie specie di lucertole, vantano abilità rigenerative. Ma il caso dell'anolide della California è diverso: la ricrescita del tessuto avviene su tutta la lunghezza della coda, e non solo all'estremità come negli altri animali. «Le lucertole sono gli animali più vicini all'uomo a poter rigenerare intere appendici» precisa Kusumi. Durante la rigenerazione della coda, vengono attivati i geni in un particolare percorso, la cosiddetta via di trasduzione del segnale Wnt, un meccanismo di regolazione dell'espressione genica coinvolto nei processi di differenziazione e proliferazione delle cellule staminali.
Le prospettive future. «Seguendo la ricetta genetica della rigenerazione scoperta per le lucertole, e controllando gli stessi geni nelle cellule umane, potrebbe essere possibile, un giorno, rigenerare muscoli, cartilagine e persino midollo spinale» conclude Kusumi. Ma la strada della ricerca, in questo campo, è ancora lunga.