Uno dei fenomeni più noti tra quelli che regolano il comportamento di un gruppo di individui (umani e non) si chiama "contagio sociale": se siamo in presenza di tante persone che cominciano a compiere una stessa azione, è probabile che la faremo anche noi – pensate per esempio a una standing ovation allo stadio.
Tutti gli animali sociali sono soggetti a contagio, che però non è sempre positivo: pensate al fuggi fuggi di una folla quando c'è un pericolo. Oppure prendete le formiche, la cui socialità è ancora più organizzata della nostra: come fanno a evitare di farsi trascinare dai comportamenti negativi delle loro compagne? Uno studio pubblicato su PNAS Nexus fornisce la risposta a questa domanda, presentando un nuovo fenomeno: il contagio sociale inverso.
Le formiche si contagiano? Per spiegare il contagio sociale inverso è utile l'esempio fatto anche nello studio. Immaginate una formica che vede le sue compagne alacremente impegnate a raccogliere cibo: il contagio sociale la porterebbe a unirsi ai loro sforzi. Il risultato però potrebbe essere uno spreco di energia: è possibile che il lavoro delle sue compagne sia sufficiente a procurare tutto il cibo che serve, e che la formica "contagiata" si ritrovi poi senza energie per svolgere un altro compito più urgente. Come risolvere questo dilemma?
Lo studio si è concentrato su una formica in particolare, Pogonomyrmex californicus, monitorando i movimenti di alcune colonie e il loro consumo energetico. La prima cosa che il team ha scoperto è che il consumo energetico di queste formiche non cresce all'aumentare delle dimensioni della colonia stessa.
Risparmiare le forze. Si tratta di un risultato controintuitivo, perché in teoria in una colonia più numerosa c'è più possibilità di contagio sociale: è quello che succede per esempio nelle nostre città, dove il consumo di energia cresce addirittura più rapidamente di quanto lo faccia la popolazione.
Le osservazioni hanno rivelato che le formiche aggirano questo problema applicando, come detto, il contagio sociale inverso: quando un individuo vede un numero sufficiente di compagne impegnate a svolgere un'attività, decide di tenersene alla larga, e smette di lavorare, perché sa che le necessità della colonia stanno già venendo soddisfatte. In questo modo, conserva energie per un'altra attività di cui potrebbe esserci bisogno a stretto giro. Questo perché le formiche gestiscono le loro risorse a livello di gruppo e non individuale, e riescono in questo modo a massimizzare l'efficienza collettiva e a ridurre i costi energetici.