Di quella strana società delle formiche avevamo parlato nel 2013: una colonia di centinaia di migliaia di formiche rosse (Formica Polyctena), composta solo da lavoratori, era stata scoperta in un bunker sovietico abbandonato, in Polonia. Nel tempo gli insetti hanno continuato a precipitare in quella trappola fredda e buia attraverso un condotto di ventilazione nascosto tra le foglie (alimentando in questo modo la popolazione), senza riuscire più a uscirne. Sopravvivendo nonostante l'ambiente ostile e la mancanza di cibo, quella popolazione era stata oggetto di uno studio pubblicato nel 2016. Un nuovo, recente studio (pubblicato sul Journal of Hymenoptera Research) rivela adesso come le formiche siano sopravvissute: trasformando il cannibalismo in una regola.
Mors tua, vita mea. Per le formiche rosse il cannibalismo non è una pratica infrequente, specialmente in primavera, quando il cibo proteico scarseggia. Durante questa stagione, tra le varie colonie scoppiano delle vere e proprie guerre per il territorio, a seguito delle quali i sopravvissuti si nutrono dei cadaveri dei "caduti". Secondo il nuovo studio, il cannibalismo sarebbe però più diffuso di quanto si pensasse: sarebbe un'importante fonte di proteine non solo in periodi di carenza di cibo.

Resilienza. È proprio mangiando i cadaveri accumulati nel bunker che le formiche sarebbero riuscite a sopravvivere, in mancanza di altro cibo. «Questo caso mostra l'incredibile capacità di adattamento delle formiche, che è poi la chiave del loro indiscutibile successo evolutivo», affermano gli studiosi.
Nel settembre del 2016, gli studiosi hanno aiutato la colonia a uscire dalla trappola grazie a una passerella verso l'esterno. In cinque mesi tutte le formiche avevano trovato la via di fuga, abbandonando la loro prigione sotterranea, ma stabilendosi di nuovo dove avevano il nido in precedenza, cioè esattamente sopra al bunker: e così, gli insetti continuano a cadere nel condotto di ventilazione. Ora però sono liberi di uscire, grazie alla passerella: «ci aspettiamo nuovi comportamenti curiosi», hanno commentato gli scienziati.