Le formiche si prendono cura di casa loro, e se la loro dimora viene danneggiata in qualche modo si industriano per ripararla, e la rimettono a nuovo nel giro di un giorno; e, altra notizia, a scoprire questa nuova forma di collaborazione tra piante e animali è stato un adolescente armato di fionda.
Liceali. La storia in questione arriva da Panama. Inizia durante i primi giorni della pandemia, nel 2020, e due anni dopo ha prodotto uno studio pubblicato sul Journal of Hymenoptera Research e firmato da un gruppo di amici che non hanno ancora finito il liceo.
Il primo protagonista di questa storia si chiama Alex Wcislo, un adolescente che vive a Panama con il padre William, ricercatore presso lo Smithsonian Tropical Research Institute. Come si legge nello studio, «uno di noi (Wcislo, appunto, ndr) ha usato una fionda per sparare una pallina di argilla di 9 mm di diametro contro il tronco di un albero di Cecropia»; nell'articolo non viene data alcuna spiegazione di questo comportamento, ma immaginiamo che per Alex sia solo un modo per ingannare il tempo.
Come un rifugio. Quello che il ragazzo non sa è che le Cecropia ospitano spesso colonie di formiche della specie Azteca alfari, che hanno con questi alberi una relazione simbiotica: li usano come rifugio e per nutrirsi, e in cambio forniscono un servizio di sicurezza, difendendo le foglie dagli attacchi di altri erbivori. Il colpo di fionda di Alex scava dunque un foro nel tronco di uno di questi alberi – una ferita che, scoprirà, 24 ore dopo sparisce.
Alex arruola quindi quattro amici, e il quintetto si iscrive al programma di volontariato dello Smithsonian. Alex chiede anche l'aiuto del padre William, che aiuta i ragazzi a realizzare un esperimento per mettere alla prova la scoperta. L'esperimento in sé è semplice: i ragazzi si recano nei boschi dotati di trapano e praticano fori di varie dimensioni nei tronchi di Cecropia abitati da Azteca. Scoprono così che alle formiche bastano un paio d'ore per ridurre la dimensione del buco, e una giornata per farlo sparire; la loro opera di restauro prevede l'uso di foglie e altro materiale vegetale, che viene compattato e amalgamato insieme alla stessa resina che esce dalla ferita. Non solo: se il danno alla struttura è troppo vicino alla nursery della colonia, le Azteca spostano le larve altrove prima di procedere alle riparazioni.
Perché non tutte? Secondo Wcislo (padre e figlio), queste formiche hanno imparato a compiere questi lavori di ristrutturazione per limitare i danni causati ai tronchi di Cecropia da altri animali, per esempio bradipi e formichieri, le cui unghie sono abbastanza grosse e affilate da perforare la corteccia.
Rimane un ultimo mistero da risolvere, che potrebbe essere il soggetto del prossimo studio della famiglia Wcislo. Alcune colonie di Azteca (una stretta minoranza) sembra non dedicarsi a questa attività di riparazione dei danni: quale sarà la ragione per cui hanno scelto di non farlo?