Uno sciame di farfalle marroni e arancioni, che riposano sulla sabbia con le ali sbrindellate. Una scena in cui è facile imbattersi se si passeggia su una spiaggia, ma che ha lasciato di stucco Gerard Talavera, un entomologo incappato in questa "visione" nell'ottobre 2013 mentre si trovava nella Guiana francese, sulla costa nord-orientale del Sudamerica. Che cosa ci faceva un gruppo di vanesse del cardo (Vanessa cardui) in quella parte di mondo? Di norma queste farfalle, seppur girovaghe e molto comuni, non sono infatti presenti in America meridionale.
Volo transatlantico. Le vanesse del cardo sono capaci di coprire quasi 15.000 km nelle loro migrazioni stagionali da Nord Africa e sud del Mediterraneo alla Gran Bretagna e all'Europa centrale. Possibile, ragionò Talavera, che quelle farfalle stanche e malconce avessero attraversato l'Oceano Atlantico dall'Africa al Sud America, in un viaggio ininterrotto e senza un approdo sicuro dove riposare?
Una settimana da costa a costa. La risposta è... sì!: se assistite dai venti, le farfalle di questa specie possono compiere viaggi transoceanici. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, è riuscito per la prima volta a dimostrare che un singolo insetto può attraversare un oceano, e anzi si è spinto oltre. Ha anche stimato che le farfalle ritrovate in Sud America devono aver attraversato l'Atlantico, a favore di vento, in un viaggio durato 5-8 giorni.
Ma qui come ci sei finito? Come racconta un articolo sul New York Times, monitorare i movimenti delle farfalle è molto complicato: non si possono fissare dispositivi di localizzazione radio sulle loro delicate ali, e le rilevazioni radar coprono solo alcune aree circoscritte. Di solito ci si limita agli avvistamenti di appassionati e citizen scientists, senza però capire bene come gli insetti si siano spostati.
Pazienza certosina. Talavera e i colleghi dell'Institut Botànic de Barcelona (IBB) hanno condotto un minuzioso lavoro di ricostruzione del viaggio delle farfalle usando un approccio che ha integrato diverse discipline, dalle indagini sul campo nelle zone costiere allo studio di intensità e traiettorie dei venti, dal rapido sequenziamento del DNA dei pollini raccolti sugli insetti alla ricostruzione delle loro origini natali.
Indizi dal polline. Le farfalle incontrate da Talavera avevano, oltre alle ali bucherellate per il troppo volare, alcuni granelli di polline incastrati su corpo e zampe. Dopo aver sequenziato il DNA del polline con una tecnica chiamata metabarcoding, il team ha avuto la conferma che proveniva da arbusti che crescono nelle zone costiere dell'Africa occidentale e che fioriscono tra agosto e novembre, mesi compatibili con il periodo di ritrovamento degli insetti sulla spiaggia della Guiana Francese.
Le uniche rimaste. Ma siccome una prova non basta, a supporto di un'affermazione così importante, gli scienziati hanno sequenziato il genoma delle farfalle catturate per risalire alle loro origini geografiche: avevano tutte radici europee e africane - il che esclude la possibilità che fossero arrivate nella Guiana Francese volando sopra alla terraferma, dal Nord America. Lo studio degli isotopi sulle ali delle vanesse del cardo in Sud America ha quindi confermato che erano originarie di Europa occidentale, Nord Africa e Africa occidentale.
Infine, l'analisi dei dati meteorologici ha permesso di ricostruire l'andamento dei venti nei giorni precedenti la scoperta: assistite da venti di velocità media di 7,47 metri al secondo, le farfalle ritrovate nella spiaggia in Guiana dovevano aver attraversato l'Atlantico dall'Africa occidentale in 5-8 giorni. Solo gli esemplari più in forze e con riserve di grasso pari ad almeno il 13,70% della massa corporea si sono finalmente posate a terra a riposare - dall'altra parte del mare.
Un viaggio interminabile. Secondo Talavera, le origini delle farfalle fanno pensare che stessero compiendo il loro normale viaggio attraverso l'Africa quando sono state portate fuori strada da venti molto potenti. Una volta sopra l'oceano, hanno continuato a volare. Se fosse vero, tra Europa, Africa e Sud America potrebbero aver viaggiato anche per 7000 km.