Se si parla di impollinazione, i primi animali che vengono in mente sono sempre gli stessi: api e farfalle, e se va bene anche i bombi. Ci sono in realtà migliaia di specie diverse che contribuiscono alla diffusione del polline, da certe specie di formiche a molte vespe, passando per zanzare e persino pipistrelli; e c'è un'intera categoria che è sempre stata sostanzialmente ignorata e che invece, come si legge in un nuovo studio pubblicato su Biology Letters, si è scoperto avere un ruolo decisivo nell'impollinazione, paragonabile a quello di api e farfalle: le falene.
Estinzione di massa. La ricerca guidata da Richard Walton dello University College di Londra nasce da due considerazioni. La prima è che gli insetti si stanno estinguendo a una velocità preoccupante: solo in Inghilterra, tra il 1980 e il 2013, è sparito un terzo degli esemplari delle 353 specie di impollinatori diurni. La seconda considerazione di Walton è che nessuno sembra interessarsi agli impollinatori notturni, sui quali si danno per scontate molte cose e per i quali non esistono strategie di conservazione specifica - si assume che quello che vale per i diurni valga anche per loro.
Un esempio perfetto dei limiti di questo approccio è relativo alle modalità di impollinazione messe in atto dalle falene, che succhiano il nettare dai fiori con una proboscide, come le farfalle: finora si era dato per scontato che raccogliessero così anche i granelli di polline, ma Walton e i suoi colleghi hanno scoperto che la gran parte del polline trasportato dalle falene si accumula invece sul loro corpo, che è peloso come quello delle api.
Turno di notte. Un'altra novità per Walton (e per l'intero mondo dell'entomologia, in effetti) è stato scoprire quanto le falene siano attive e quanto ampio sia il loro raggio d'azione. Innanzi tutto, molte falene "visitano" gli stessi campi e le stesse piante degli impollinatori diurni; la ricerca però ha rilevato molte più specie di falene coinvolte nel raccolto rispetto ad api e farfalle. Non solo: le falene contribuiscono a impollinare alcune specie (per esempio il trifoglio bianco) che vengono ignorate dagli insetti diurni. Su The Conversation, proprio Walton scrive che «è molto probabile che la scienza stia sottovalutando il contributo che le falene danno all'impollinazione», e spiega come i loro numeri in Inghilterra siano in calo del 10% ogni dieci anni, e che per questo motivo bisognerebbe intensificare non solo gli studi, ma soprattutto gli sforzi di conservazione.