Animali

Le corna dei rinoceronti sono sempre più corte (ed è ancora colpa nostra)

Il bracconaggio sta "costringendo" i rinoceronti ad avere corna ridotte rispetto a quelle di un secolo fa. Aumentando il rischio estinzione.

Non ci sono più i rinoceronti di una volta. Nel senso che non solo ce ne sono sempre meno – al momento ne sopravvivono solo cinque specie, tre delle quali a rischio critico di estinzione –, ma quelli che rimangono sono sempre più diversi, anno dopo anno, rispetto ai loro antenati di appena un secolo fa. Colpa della caccia di frodo: i rinoceronti sono ricercati dai bracconieri di tutto il mondo per le loro corna, che sono alla base di molte ricette asiatiche di medicina tradizionale, e questa pressione sta riducendo generazione dopo generazione le loro dimensioni. Lo dice uno studio pubblicato su People and Nature che ha analizzato vecchie fotografie e video di rinoceronti per confrontare l'aspetto degli esemplari attuali con quello dei loro predecessori.

Niente corna, niente caccia. Condotto da un gruppo di ricerca dell'università di Helsinki, lo studio ha preso in esame materiale fotografico che ritrae le cinque specie attuali di rinoceronti, creando un database di foto che parte nel 1886 e si conclude nel 2018, ma anche di illustrazioni che risalgono ai secoli precedenti. Le fotografie hanno permesso di scoprire quanto stia cambiando la proporzione tra lunghezza del corpo e lunghezza delle corna in tutte e cinque le specie: con il passare degli anni, e più ci si avvicina al giorno d'oggi, questa proporzione si sbilancia sempre di più a favore del corpo – in altre parole, i rinoceronti moderni hanno corna più corte di quelle dei loro antenati del XIX secolo. Secondo gli autori dello studio, il rimpicciolimento è facile da spiegare: noi umani andiamo a caccia degli esemplari con le corna più grosse, e in questo modo abbiamo creato una pressione selettiva che favorisce gli esemplari meno dotati, che hanno più possibilità di essere lasciati in pace dai bracconieri.

Corna e zanne. È lo stesso meccanismo che è stato visto in azione negli elefanti, che vengono cacciati per le loro zanne d'avorio e che quindi stanno nascendo sempre più spesso con un gene che le "disattiva", o comunque le fa crescere meno di quanto dovrebbero. Il problema, per gli elefanti come per i rinoceronti, è che zanne e corna non sono decorazioni ma hanno uno scopo evolutivo: più si rimpiccioliscono e meno sono funzionali, e potrebbero creare guai agli animali, che per esempio potrebbero fare più fatica a difendersi dai predatori avendo un'arma depotenziata.

Gli autori dello studio spiegano anche che un lavoro simile si potrebbe fare per altre specie di grandi dimensioni, usando gli archivi fotografici per studiarne l'evoluzione in tempi brevi, e scoprire quante volte questi cambiamenti sono stati causati da noi umani.

7 novembre 2022 Gabriele Ferrari
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