Uno dei motivi per cui, nel mondo, alcune regioni vengono definite come aree protette è perché in questo modo le si vuole preservare nel loro stato naturale, limitando o proibendo le attività dell'uomo e cercando di tenerle al riparo dalle specie aliene - ossia animali e piante non nativi del luogo ma arrivati "da fuori" (solitamente portati dall'uomo). Nel grande calderone delle specie aliene c'è il sottogruppo delle specie invasive, sempre dannose, perché improvvisamente si trovano in un ambiente relativamente privo di difficoltà, per loro, perché non ci sono i loro predatori naturali o perché nel loro ambiente di origine hanno sviluppato un vantaggio evolutivo che le specie locali non hanno. Quando sopravvivono al nuovo ambiente, le specie aliene invasive occupano tutte le nicchie ecologiche possibili, sottraggono cibo alle specie locali, distruggono l'habitat.
La Chinese Academy of Sciences, in collaborazione con lo University College di Londra, ha condotto uno studio a riguardo (ora pubblicato su Nature Communications) e ha scoperto che la maggior parte delle aree protette del pianeta sono a rischio, minacciate dalla possibile invasione di una qualche specie aliena.
Che cosa fanno gli alieni. Può sembrare curioso che uno dei maggiori rischi per la biodiversità sia rappresentato da qualcosa di così naturale come una specie animale o vegetale, ma gli "alieni" sono un pericolo vero, e la loro introduzione spesso coincide con un crollo della biodiversità, con la distruzione dell'intero ecosistema e anche con la possibile introduzione di malattie nuove alle quali i locali non sono abituati. Lo studio ha analizzato 894 specie terrestri delle quali si sa che hanno un comportamento invasivo, e ne ha confrontato la distribuzione con i confini di un totale di 199.957 aree protette (secondo la definizione dell'IUCN). La prima scoperta dei ricercatori è che meno del 10% delle aree protette sono abitate da specie invasive: una buona notizia, perché suggerisce che la protezione ambientale sia efficace nel tenerle lontane.
Sotto assedio. Una piccola buona notizia a fronte di dati generali molto preoccupanti: il 99% delle aree protette del mondo confina con l'areale di una specie aliena stanziata a meno di 100 km di distanza, e nell'89% dei casi la distanza scende a meno di 10 km. Non solo: il 95% delle aree protette sono state considerate habitat ideali per animali e piante aliene: ossia ambienti favorevoli, privi di rischi per molte specie relativamente vicine e che possono comportarsi da invasive.
Non mancano le nostre responsabilità: più le aree protette sono antropizzate, maggiore è la presenza di specie aliene, che "viaggiano con noi" per diffondersi.
Purtroppo, le aree protette non si difendono da sole: un'area ricca in biodiversità ha le stesse probabilità di venire invasa di una povera, e non è la presenza di specie locali a fungere da deterrente per quelle aliene. L'unica vera protezione che hanno siamo noi, se mai decidessimo che vale la pena proteggerle per davvero.