Animali

Le api si stanno estinguendo?

Un'analisi mette in guardia su un trend globale piuttosto preoccupante: molte specie di api non vengono più segnalate e censite. Dove sono finite?

«Che fine hanno fatto le api?»: era il 2013 quando ci ponevamo questa domanda, che ritorna ora a preoccupare biologi ed esperti del settore. Vivere senza api (e senza altri impollinatori) non vorrebbe solo dire rinunciare al miele, ma significherebbe soprattutto fare a meno della maggior parte della frutta e della verdura che ogni giorno troviamo sui nostri piatti (con gravi conseguenze per la biodiversità del Pianeta). Ecco perché l'allarme lanciato dal Consiglio Nazionale di Ricerca Scientifica e Tecnologica (CONICET) dell'Argentina non deve cadere nel vuoto: secondo quanto rilevato dai ricercatori, dagli anni Novanta ad oggi si è registrato un calo del 25% nelle segnalazioni delle diverse specie di api del Pianeta, nonostante siano cresciuti i registri disponibili online e qualunque cittadino possa segnalare un avvistamento grazie alla citizen science.

«Il numero di registri disponibili cresce esponenzialmente, ma il numero di specie segnalate cala», spiega Eduardo Zattara, capo dello studio. Se è vero che tutto ciò non significa necessariamente che le api si stanno estinguendo, questa tendenza potrebbe indicare che questi preziosi insetti sono sempre più difficili da avvistare.

Chi le ha viste? Al contrario di molti studi che si focalizzano sul declino di determinate specie, la ricerca pubblicata su One Earth ha voluto analizzare la situazione generale delle api nel mondo. «La domanda che ci siamo posti è semplice: quali specie sono state avvistate, in qualunque parte del mondo, in un dato periodo?», spiega Zattara. Per rispondere al quesito i ricercatori si sono serviti del Global Biodiversity Information Facility (GBIF), un sito che ordina i dati sulla biodiversità raccolti in oltre trecento anni e provenienti da università, musei e cittadini stessi.

Dall'analisi è emerso che un quarto delle oltre 20.000 specie di api conosciute non viene più censito. Le segnalazioni delle cosiddette "api del sudore" (Halictidae), tra le specie più comuni, sono crollate del 17% dagli anni Novanta. Per alcune specie più rare, come le Melittidae, il calo è stato del 41%.

Prima che sia troppo tardi. È importante sottolineare che l'analisi non è stata tanto approfondita da poter permette ai ricercatori di parlare di certezze. Tuttavia, i risultati confermano che «ciò che accade alle api localmente, sembra accadere anche a livello globale», afferma Zattara. Inoltre, la certezza di un'effettivo rischio estinzione potrebbe non arrivare mai, o arrivare quando sarà troppo tardi per contrastarla. «Non possiamo aspettare oltre», mette in guardia Zattara.

«Le api non possono aspettare».

5 febbraio 2021 Chiara Guzzonato
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