Per la prima volta qualcuno ha avuto il fegato di studiare da vicino il pungiglione velenoso degli scorpioni, e il modo in cui viene scagliato sulla preda. Un gruppo di biologi portoghesi ha filmato l'attacco di sette specie di questi predatori - incluso il famigerato scorpione giallo (Leiurus quinquestriatus), tra i più pericolosi al mondo - scoprendo una gamma inaspettata di traiettorie compiute dalla coda al momento dell'attacco.
un arsenale vario. Lo scorpione giallo, che vive nei deserti di Nord Africa e Medio Oriente e la cui puntura può portare a un grave shock anafilattico, ha l'attacco più diretto e fulmineo, con l'estremità che scatta sopra alla testa come una frusta alla velocità di 130 cm al secondo e poi piomba diretta sul bersaglio. Lo scorpione imperatore, il più grande al mondo (20 cm di lunghezza) colpisce in modo simile, mentre altre specie capaci di scagliare veleno a distanza compiono con la coda traiettorie più circolari.
Sul set. Gli aracnidi sono stati studiati in una sorta di "sala degli specchi" in miniatura e ripresi con videocamere a 500 frame al secondo. Le loro mosse sono state ricostruite in 3D con l'aiuto di computer.
spinte evolutive. Le diverse tipologie di attacco, legate anche alla forma della coda, si sarebbero evolute come forma di difesa, per contrastare diversi predatori (come pipistrelli, serpenti, lucertole) e in base alle necessità: la coda è utilizzata anche in fase di accoppiamento, altre volte ignorata a favore delle pinze.