Grama è la vita, per i moscerini della frutta: condannati ad essere modelli per la ricerca genetica, li abbiamo sottoposti a ogni tipo di fastidio… fino a invadere la loro "privacy". L'ultima "tortura" in ordine di tempo li ha visti destreggiarsi tra notti insonni e desiderio sessuale frustrato.
Un gruppo di ricercatori dell'Imperial College London ha scoperto che i maschi di Drosophila melanogaster eccitati dalla presenza di una femmina sembrano immuni da uno dei due meccanismi base che guidano il sonno: quello che ci porta a recuperare le ore di riposo perso con lunghe e più rigeneranti dormite.
La ricerca potrebbe fornire un utile modello di studio per capire come sulla necessità di dormire possano influire altre spinte biologiche.
Normale o di recupero. Il bisogno di sonno nel mondo animale è guidato essenzialmente da due sistemi: quello circadiano, che ci fa sentire più o meno stanchi in base all'ora del giorno, e quello omeostatico, che tiene conto dell'ammontare di sonno precedente e accumula pressione a dormire. Se la sera prima abbiamo fatto le ore piccole, il pomeriggio seguente avremo accumulato sufficiente pressione omeostatica per addormentarci presto. Altri fattori come l'ansia, la fame, la temperatura corporea e - come nel caso dei moscerini, l'eccitazione sessuale - agiscono su questi meccanismi.
Le ore piccole. I ricercatori hanno inserito nelle teche di vetro di maschi di drosofila un altro maschio o una femmina vergine, che hanno tenuto sveglio per 24 ore il precedente occupante.
Quando è stata accostata una compagna, il moscerino si è accoppiato con la partner per la prima mezz'ora. Dopodiché la femmina si è fatta da parte, mentre i maschi hanno continuato a corteggiarla in media per la metà delle 23 ore e mezza successive.
Qualcosa nell'aria… Dopo la rimozione degli intrusi, i moscerini "invasi" da altri maschi hanno recuperato le ore di sonno perse, quelli accostati alle femmine no: non hanno mostrato la pressione omeostatica a dormire. A tenere svegli gli amanti abbandonati sono stati, secondo i ricercatori, i feromoni sessuali lasciati nella teca dalle femmine andate via.
Modello. Gli scienziati hanno anche identificato i gruppi di neuroni che rispondono al richiamo di questi feromoni, sufficiente a tenere gli insetti in uno stato di arousal (attivazione). Quanto osservato sui moscerini della frutta potrebbe essere applicabile anche su altri animali, inclusi molti mammiferi, anche se non è detto che nell'uomo funzioni allo stesso modo.