Il tranquillo cane di una nostra lettrice: rickitania
Negli ultimi anni, la relazione uomo-animale si è modificata notevolmente e il cane è diventato parte integrante del nucleo familiare. Questo comporta una maggior attenzione, da parte del proprietario, nella cura del “pet”.
Conseguentemente le aspettative di vita del cane si sono allungate molto, grazie anche agli importanti progressi compiuti dalla medicina veterinaria nell’ambito della diagnosi e del trattamento di diverse patologie. In particolare, il veterinario può oggi disporre di un arsenale terapeutico in grado di far fronte a diverse problematiche cliniche.
La ricerca scientifica, nell’ambito farmacologico, si è spinta oltre, studiando e lanciando sul mercato prodotti farmacologici diversi:
· prodotti destinati a migliorare il benessere dell’animale (farmaci per i cani che soffrono il “mal d’auto”, farmaci per il problema dell’obesità canina, ecc.),
· prodotti che intervengono come supporto alla terapia comportamentale. A questo proposito, lo specialista, che può disporre di diversi principi attivi, ha la funzione di aiutare il proprietario a mettere in atto una serie di modificazioni sia ambientali sia comportamentali, senza le quali, la terapia farmacologica non avrebbe alcun effetto.
La farmacologia comportamentale va quindi considerata come un supporto alla terapia comportamentale. I principali farmaci utilizzati in questo settore sono ansiolitici di diverse classi, prescritti per alcuni disturbi su base ansiosa e per le principali forme di aggressività.
Un aspetto da sottolineare è che qualsiasi farmaco va somministrato all’animale solo dietro prescrizione del medico veterinario di riferimento, evitando di “improvvisare” medicine e dosaggi pensando che il cane possa essere assimilato a un bambino. Questo perché, assorbimento e metabolismo dei farmaci sono completamente differenti nel cane rispetto all’uomo.